Si chiama SniffPhone ed è uno strumento diagnostico piccolo e maneggevole, che analizza i campioni d'aria espirata dai pazienti e aiuta nella diagnosi di patologie a carico dell'apparato digerente. È in fase avanzata di sviluppo insieme all'app e al software cloud ed è indirizzato al personale medico.
Il progetto SniffPhone finanziato dall’Unione Europea e titolare del riconoscimento 2018 Innovation Award è entrato nella seconda fase del progetto. Si tratta di un dispositivo portatile, compatto e maneggevole, che risponde all’esigenza di individuare nella tecnologia uno strumento ad uso professionale per lo screening di alcune malattie specifiche a carico dell’apparato digerente.
I destinatari non sono gli utenti finali o i pazienti, bensì gli ambienti clinici e i medici, che potrebbero disporre di un’opzione indolore e non invasiva in alcune fasi diagnostiche. Il prototipo consiste in un prodotto grande quanto un computer palmare, dotato di sensori chimici altamente sensibili basati sulle nanotecnologie. Posizionato davanti alla bocca di un paziente, analizza un campione dell’aria espirata e misura i composti organici volatili in essa contenuti. Le misurazioni vengono inviate tramite Bluetooth a uno smartphone collegato a un’apposita piattaforma cloud, dalla quale verranno analizzate da personale medico specializzato.
Lo sviluppo, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 dell’UE, è curato da un consorzio di nove partner provenienti da sei paesi. In particolare, i nanosensori sono stati sviluppati in Israele, la micropompa è opera dell’irlandese Cellix, la parte fluidica è di Microfluidic ChipShop in Germania, e la piattaforma cloud è realizzata dalla finlandese VTT. Siemens ha partecipato alla fase di test, alla validazione del progetto e agli studi di usabilità. Alla tedesca JLM Innovation, infine, fanno capo lo sviluppo software del dispositivo, l’app e gli algoritmi per il sistema di misurazione.
Nella prima fase sono stati condotti studi clinici presso l’Università della Lettonia a Riga, e in Austria presso l’Università di Innsbruck. In dettaglio sono stati selezionati 48 pazienti con cancro gastrico e 150 pazienti con lesioni precancerose di diversa gravità, e più di 300 persone non affette da patologie certificate al fine di convalidare il modello diagnostico.
Le osservazioni raccolte hanno portato alla realizzazione della versione 2 del primo prototipo, che ha molte nuove funzionalità rispetto al primo prototipo. Questa nuova versione funziona a batteria, dev’essere ricaricata solo una volta al giorno e comunica con lo smartphone tramite Bluetooth. Lo sviluppo prosegue e si auspica che ci siano presto ulteriori sviluppi.
È da sottolineare che, allo stato attuale, questo strumento diagnostico non mira a pensionare le attuali e comprovate tecniche diagnostiche. Nel momento in cui dovesse diventare un dispositivo medico diffuso, spetterà sempre e comunque ai professionisti della medicina valutare di caso in caso se sia opportuno usarlo, e se affiancarlo o meno ad altri metodi di diagnosi.