Le malattie da rete sono sempre più diffuse. C'è la paura di rimanere senza connessione mobile, quella di essere tagliati fuori dalle reti social, oppure la tendenza a stare tutta la notte in chat. Il 60% degli italiani usa lo smartphone a letto e il 23% dice di sentirsi dipendente
Si chiama “Digital life coaching” ed è il primo servizio in Italia di disintossicazione da computer e smartphone. L’obiettivo è uno solo: imparare a gestire correttamente la tecnologia. Le malattie da Rete sono ormai tra le più svariate: sindrome da iperconnessione; no mobile fobia (paura di rimanere senza connessione mobile), Fomo (“fear of missing out”, cioè di essere tagliati fuori dalle reti social), vamping (stare tutta la notte in chat), hikikomori (uso esagerato della rete che porta a condotte di ritiro sociale). E ancora, cyberbullismo, sexting e sextortion, gioco d’azzardo online compulsivo, narcisismo digitale e phubbing (tendenza a ignorare gli altri perché immersi nel proprio cellulare). A lanciare il servizio dalla sede di Milano è Cerba Healt Care, gruppo internazionale dedicato alla diagnostica ambulatoriale.
Quelle legate a internet sono vere e proprie dipendenze, come quella dai videogiochi recentemente catalogata dall’Organizzazione mondiale della sanità fra i disturbi mentali, che colpiscono un numero crescente di italiani, bambini e adulti. Basti pensare che, secondo l’ultimo rapporto Agi-Censis, la gran parte degli utenti internet è online anche prima di dormire (77,7%) e subito dopo la sveglia (63,0%); il 61,7% utilizza i dispositivi anche a letto (tra i giovani si arriva al 79,7%) e il 34,1% a tavola (la percentuale sale al 49,7% fra i giovani). Il 22,7% degli utenti ha spesso la sensazione di essere dipendente da internet e l’11,7% dichiara di vivere con ansia un’eventuale mancanza di connessione. Per l’11,2% inoltre l’utilizzo della rete è fonte di collisioni con i propri familiari.
“A noi si rivolgono persone di ogni età”, spiega la psicologa Maria Rosaria Montemurro. “Abbiamo sia il bambino che dipende da videogiochi piuttosto che dai social network sia adulti. Nel momento in cui arriva un ragazzino facciamo dei colloqui anche con i genitori. Le sindromi con le quali abbiamo maggiormente a che fare sono l’hikikomori, la dipendenza da social network, il Fomo e per quanto riguarda gli adulti molto tecno-stress il controllo compulsivo della casella di posta elettronica”. La guarigione è possibile: “Usiamo le psicoterapie che si incentrano sulla desensibilizzazione del sintomo e poi ci concentriamo sull’ansia, sulle problematiche relative al sonno. Facciamo un lavoro di rete anche con gli altri medici: laddove si manifestano problemi di altro genere c’è l’invio ai medici del caso”.
La parte psicologica è in mano agli psicologi, che prendono in carico il paziente a 360 gradi. “Il nostro non è un vero e proprio pronto soccorso ma un laboratorio che si occupa anche di prevenzione tant’è che la faremo anche nelle scuole e nelle aziende”, chiarisce la dottoressa Montemurro. Il Digital Life Coaching aiuta proprio a ritrovare un equilibrio, riconoscendo e rompendo i meccanismi che creano dipendenza, ripristinando i corretti ritmi sonno-veglia e restituendo i giusti spazi alle relazioni interpersonali, in un approccio orientato “alla vita sana e alla prevenzione”.