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Morgan accetta la proposta di Vittorio Sgarbi e si trasferisce a Sutri. Il trasloco? “Potrebbe essere anche tra due ore”

Sfrattato una settimana fa dalla sua casa di Monza, Morgan era in cerca di una nuova sistemazione dal momento che, come lui stesso ha detto, i suoi familiari non gli hanno offerto aiuto

Morgan ha accettato l’offerta di Vittorio Sgarbi, che giovedì si era detto disponibile a mettergli a disposizione un intero piano di Villa Savorelli, palazzo dove c’è l’attuale sede del consiglio comunale di Sutri, e si prepara così a trasferirsi nel piccolo comune in provincia di Viterbo. Il trasloco? “Non so, potrebbe essere anche tra due ore, ma serve calma per fare le cose fatte bene”, ha detto il cantante al Messaggero. Sfrattato una settimana fa dalla sua casa di Monza, Morgan era in cerca di una nuova sistemazione dal momento che, come lui stesso ha detto, i suoi familiari non gli hanno offerto aiuto.

Sgarbi però, aveva anche chiesto al governo di porre un vincolo sull’abitazione in Brianza, che con tutti i suoi strumenti e cimeli vari potrebbe diventare un museo. “La proposta di Sgarbi – dice Morgan- ha già l’approvazione del parlamentare Gianfranco Rotondi e del senatore Mario Pittoni, presidente della commissione cultura di palazzo Madama. È ciò che chiedevo, il punto è stato perfettamente centrato”. Poi lancia una sfida al ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, che ospite in radio a La Zanzara aveva ironizzato sull’idea della casa museo, rispondendo che Morgan avrebbe potuto fare il custode. “L’arte è ricchezza, anche monetaria: è quello che il ministro Bonisoli dovrebbe cogliere al volo, lui che punta sull’innovazione. Eccola, gliel’abbiamo regalata su un piatto d’argento: che entri anche lui nella partita, che dica qualcosa su questo invece di quelle frasi sgradevoli. Non dico sia una battutaccia, dico solo che quando c’è il cazzeggio dopo c’è l’approfondimento, poi si fa sul serio. Ha detto una stronz…, e va bene, ma cosa dice in merito alla proposta di Sgarbi?”.

“Ringrazio Sgarbi, non ho mai dubitato della sua lungimiranza, come uomo di grande statura intellettuale e culturale. Ha saputo individuare la problematica, facendo tre passi: tesi, antitesi e sintesi. Ha ascoltato, visto e parlato. Avrebbero potuto farlo tutti –conclude il cantante – lui però ha avuto intelligenza e lucidità. In filosofia si dice di tenere l’occhio fisso sul fenomeno: ha visto il problema e ha trovato modo di risolverlo”.