Il vertice europeo di domenica sera deve trovare la quadra sulle nomine che daranno vita alla nuova Unione: in pole per guidare l'esecutivo di Bruxelles c'è infatti il candidato dei S&D che la cancelliera Angela Merkel è pronta a sostenere per mantenere in vita il sistema degli Spitzenkandidaten. Il vicepremier: "No a uomo di sinistra"
Il vertice europeo di domenica sera dovrà fare i nomi e inaugurare la nuova Unione, sancita dal voto dello scorso 26 maggio. Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, i ruoli potrebbero venire ancora una volta spartiti tra le due principali famiglie politiche, popolari e socialisti. In pole per la Commissione Ue c’è infatti, come spiega l’Ansa, il candidato dei S&D Frans Timmermans che la cancelliera Angela Merkel è pronta a sostenere per mantenere in vita il sistema degli Spitzenkandidaten, unico riconosciuto dal Parlamento Ue. Ma l’Italia si schiera già contro: “Un uomo di sinistra a presiedere la Commissione europea di sicuro non lo sosterremo“, ha avvertito in serata il vicepremier Matteo Salvini.
“L’accordo sulle nomine non è ancora chiuso”, l’Italia punta ad una “personalità di grande spessore, che abbia a cuore la crescita economica e l’equità sociale, disponibile a sedersi a un tavolo per rivedere le regole di governance europea”, ha spiegato il premier Giuseppe Conte da Osaka. Al di là della bocciatura di Salvini, l’olandese Timmermans si adatterebbe anche a questo profilo: da socialista, si batte per un’Europa più equa e per una crescita che porti effetti alle categorie più disagiate e non solo alle imprese. Probabilmente, però, non sarebbe così propenso a cambiare le regole, venendo da uno dei Paesi che più si oppone a rivedere i vincoli Ue.
Da vicepresidente della Commissione in carica, Timmermans si è però creato qualche nemico: in testa Polonia e Ungheria, i quali hanno già scritto al presidente del Consiglio Donald Tusk per rendere nota la loro opposizione alla sola idea di averlo a capo della prossima Commissione. Non sarebbe un problema, perché la scelta non va fatta all’unanimità ma con una maggioranza di almeno 22 Paesi che rappresentino il 60% della popolazione. Ma comunque Tusk cercherà di avere il consenso più ampio possibile, per non far partire la nuova Ue tra le polemiche di alcuni.
Se la carta Timmermans andasse in porto, il candidato popolare, Manfred Weber, già azzoppato dallo scorso summit, avrebbe la strada spianata alla presidenza del Parlamento Ue. Lo scacchiere vedrebbe poi il premier liberale belga Charles Michel alla guida del Consiglio Ue e la popolare Kristalina Georgieva come successore della Mogherini alla politica estera e di difesa comune. Alla Francia di Macron andrebbe invece la presidenza della Bce, con il governatore della Banca di Francia, Villeroy de Galhau, che da mesi ha lanciato la sua campagna. Ma per dare il via libera a un socialista alla testa del nuovo esecutivo, i popolari potrebbero invece chiedere la casella del Consiglio Ue.
Intanto dalla partita dei commissari Ue si è sfilato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti: “Non sono interessato e probabilmente non sono adatto a farlo, non succederà“, ha chiarito. Mentre Salvini si è tenuto sulle generali: “Il commissario indicato dal governo italiano dovrà pensare agli interessi degli italiani”.