Cultura

La Scala, Meyer nuovo sovrintendente: è il terzo straniero di fila. A Pereira non basta il sostegno di sindacati e lavoratori

Nel cda 8 sì e un no (Squinzi) al cambio alla guida del teatro. Il compromesso: l'uscente resterà fino a giugno 2021. La sua abilità di procacciatore di finanziamenti non è stata sufficiente per la riconferma. Né il merito di aprire il Piermarini a giovani e bambini

di Beatrice Manca

Il suo nome circolava da giorni, ma adesso è ufficiale: Dominique Meyer sarà il prossimo sovrintendente del Teatro Alla Scala, succedendo ad Alexander Pereira. Il cda, che si è riunito venerdì, lo ha eletto con otto voti favorevoli e uno contrario, quello di Giorgio Squinzi. Giuseppe Sala, sindaco di Milano e presidente della fondazione del teatro, ha spiegato che Meyer si insedierà “da metà 2020”, mentre Pereira rimarrà fino a giugno 2021.

Meyer, attuale direttore del teatro dell’opera di Vienna, è il terzo sovrintendente straniero di fila: il francese Stéphane Lissner, dal 2005 al 2014, e l’austriaco Alexander Pereira, dal 2014 a oggi. Nato in Alsazia nel 1955, Dominique Meyer inizia la carriera politica negli anni Ottanta al ministero dell’Industria francese, ma ben presto approda al ministro della Cultura. Da qui, il salto verso il mondo del teatro: direttore generale dell’Opéra di Parigi nel 1989, poi dell’Opera di Losanna nel 1994. Direttore artistico del Teatro degli Champs-Élysées, presidente della French Youth Orchestra, infine, dal 2010, è direttore della Staatsoper di Vienna.

Al termine dell’ultimo cda, il 18 giugno, il sindaco Sala aveva annunciato “consenso” sul nome del successore di Pereira. Nome che, di fatto, non era ancora stato pronunciato: “Lo lascio immaginare a voi perché la prima cosa che devo fare tornato in ufficio è chiamarlo formalmente e incontrarlo”.

Da subito era stata esclusa una riconferma di Alexander Pereira: nonostante le polemiche sull’affaire Arabia Saudita (poi naufragato) e le scelte artistiche non sempre apprezzate dai melomani, ha avuto innegabilmente il merito di aprire le porte della Scala a nuove fasce di pubblico. Ha creato appuntamenti dedicati a giovani e bambini, e ha saputo instaurare un buon rapporto con le rappresentanze sindacali del teatro, che si sono sempre espresse in favore della riconferma. Durante il cda di venerdì, i “lavoratori del palcoscenico” hanno affisso all’ingresso manifesti per esprimere il loro sostegno.

Ma soprattutto, Alexander Pereira è stato un abile procacciatore di finanziamenti. Proprio facendo leva sui 58 milioni di euro portati in dote alle casse del teatro, Pereira aveva chiesto una riconferma a tempo fino al 2022, anno in cui scade il contratto del direttore musicale suo fedelissimo, Riccardo Chailly. Dalla rosa dei potenziali successori si era sfilato poi anche Carlo Fuortes, attuale sovrintendente dell’Opera di Roma, che ha saputo ridare slancio e vigore al teatro Costanzi. E così, campo libero a Meyer: il passaggio di testimone sarà “morbido” e si completerà solo nel 2021. Come nei migliori drammi, l’intreccio sulla successione di Pereira si è complicato con un’illustre defezione. Cecilia Bartoli, cantante amata dal pubblico (un po’ meno dai loggionisti della Scala) ha annullato i tre appuntamenti con il teatro milanese per solidarietà con l’attuale sovrintendente: il Giulio Cesare in programma questo autunno – i cui biglietti erano già stati messi in vendita – Semele, nel 2020 e Ariodante, nel 2021.

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