La decisione ufficiale, dopo settimane di crisi annunciata, è stata comunicata venerdì dai vertici della Società Poligrafici Editoriale al tavolo tecnico messo in piedi negli ultimi giorni dalla Regione Toscana. Il motivo della chiusura? Le poche copie vendute in edicola e il crollo delle inserzioni pubblicitarie
Da lunedì i livornesi perderanno un pezzo della loro città: Il Telegrafo, edizione locale del gruppo La Nazione chiuderà ufficialmente e dal primo luglio non sarà più in edicola. La decisione ufficiale, dopo settimane di crisi annunciata, è stata comunicata venerdì dai vertici della Società Poligrafici Editoriale al tavolo tecnico messo in piedi negli ultimi giorni dalla Regione Toscana. Il motivo della chiusura? Le poche copie vendute in edicola e il crollo delle inserzioni pubblicitarie. Il dossier che il nuovo assessore al Lavoro del Comune di Livorno Gianfranco Simoncini si trova sul tavolo è quello di mantenere tutti e i posti di lavoro: l’azienda ha comunque garantito “ricollocamenti” certi e che il sito web della testata rimarrà attivo ma i sindacati non si fidano. “Perdere l’edizione locale di un giornale è sempre una bruttissima notizia – spiega al fattoquotidiano.it il presidente di Assostampa Toscana, Sandro Bennucci – gli assunti a tempo indeterminato non perderanno il posto ma c’è il rischio di una deportazione in redazioni scomode. E poi ci sono tutti i collaboratori che finiranno chissà dove”.
La decisione dell’azienda – Nell’incontro di venerdì a cui erano presenti Simoncini e Bennucci, il direttore del “Telegrafo” Francesco Carrassi e i rappresentanti della Fnsi, i vertici dell’azienda hanno annunciato che da lunedì il giornale chiuderà per ragioni di bilancio: l’edizione cartacea non sarebbe più sostenibile. Pesano le poche copie vendute (700 in tutta la città) e il crollo della pubblicità. L’edizione di Livorno è composta da sette giornalisti assunti a tempo indeterminato (tra articoli 1, 12 e 36) e una decina di collaboratori, due dei quali fissi. Gli assunti saranno trasferiti in altre redazioni della Toscana mentre i collaboratori esterni dovranno cercarsi altre testate: “Loro sono sempre stati fondamentali per la composizione del giornale e perderli è un peccato” continua Bennucci. Il cdr però sostiene che per i due corrispondenti (articolo 12) l’azienda avrebbe offerto “un periodo di sperimentazione assai fumoso”.
Allo stesso tempo, i vertici aziendali hanno provato a contenere i danni garantendo la piena attività del sito web e che nell’edizione di Grosseto saranno aggiunte quattro pagine dedicate alla “Costa degli Etruschi”, ovvero quella di Livorno e provincia. Le notizie strettamente livornesi invece continueranno ad essere pubblicate sulle pagine regionali e nazionali de La Nazione. Un ridimensionamento non da poco visto che l’edizione livornese esce tutti i giorni all’interno del quotidiano nazionale con più di venti pagine dalla città e dalla Provincia. Il comitato di redazione del Telegrafo in una nota ha parlato di “garanzie piuttosto vaghe” presentate dall’azienda richiedendo il “rispetto degli accordi sottoscritti” tre anni fa al momento del rilancio della testata. Adesso la priorità comunque è quella di mantenere tutti i posti di lavoro e a questo proposito, anche se l’azienda considera superati gli accordi sindacali firmati al momento del lancio del giornale, nei prossimi giorni le associazioni di categoria e i vertici aziendali si incontreranno di nuovo per trovare un nuovo accordo.
Il Telegrafo, una crisi che viene da lontano – Storicamente l’edizione livornese della Nazione non è mai stata tra le più fiorenti della Toscana perché qui la concorrenza de Il Tirreno è sempre stata troppo forte: “È sempre stata una redazione di frontiera – spiega Bennucci – ma la Società Poligrafici Editoriale non ci ha fatto vedere i conti anche se li avevamo chiesti”. Nel 1977 fu proprio il giornale poi acquisito dal gruppo Espresso – oggi Gedi – ad approfittare della chiusura del vecchio Telegrafo (fondato nel 1877) e diventare il principale quotidiano locale della costa toscana. Nel 2016, la crisi dell’edizione livornese della Nazione aveva portato l’azienda ad ipotizzare la chiusura della sede in città, trasferendo tutti i lavoratori a Pisa ma mantenendo intatto il dorso locale. E invece no: si è deciso di provare a riportare in vita la storica testata Il Telegrafo ma il vero e proprio rilancio non c’è mai stato. Così oggi i lavoratori chiedono di tornare agli accordi di tre anni fa ed essere trasferiti nella vicina Pisa senza chiudere l’edizione livornese. Per questo l’incontro della prossima settimana sarà decisivo.