“Salvare le vite umane è un dovere umanitario. Soccorrere vite umane in mare non può essere criminalizzato“. Dalla Germania arriva la presa di posizione del ministro degli Esteri Heiko Mass, dopo l’arresto ai domiciliari di Carola Rakete, la comandante della nave Sea Watch 3 che questa notte ha attraccato al porto di Lampedusa per permettere lo sbarco dei 40 migranti a bordo, ma durante la manovra ha ignorato gli alt delle autorità italiane e schiacciato verso la banchina una motovedetta della Guardia di Finanza.
“Comandante fuorilegge arrestata. Nave pirata sequestrata. Maxi multa alla Ong straniera”, ha scritto su Facebook il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per poi concludere il suo post con la frase: “Giustizia è fatta“. “Tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse”, specifica il ministro tedesco Mass. Che riceve anche l’appoggio del ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn: “Carola Rackete sia rimessa in libertà – scrive rivolgendosi all’”amico” e collega Enzo Moavero Milanesi – salvare vite è un dovere e non può mai essere un reato o un crimine. Non farlo, al contrario, lo è”. “Nei confronti della comandante è stata aperta un’inchiesta e adottate misure da parte della magistratura italiana. In base alla nostra costituzione, i giudici hanno piena indipendenza dal governo. Con rispetto e fiducia ne attendiamo, dunque, le decisioni“, è la replica del ministro degli Esteri.
All’Italia sono arrivate anche le critiche del ministro dell’Interno francese Christophe Castaner nella nota in cui conferma che la Francia “è pronta ad accogliere 10 persone bisognose di protezione tra quelle sbarcate dalla Sea Watch 3, al pari di altri partner europei che hanno preso simili impegni”. La procedura di redistribuzione dei migranti è stata attivata dopo che, oltre a Parigi, anche Germania, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia hanno dato la loro disponibilità. “È falso dire che l’Unione europea non si sia mostrata solidale con l’Italia“, scrive Castaner. Il ministro accusa il governo di aver annunciato “una chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare”. “Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L’Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare: Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani”, è la secca replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La nota del ministro francese Castaner
Castaner ricorda come negli ultimi anni sia cambiata la forza della pressione migratoria a cui è sottoposta l’Italia: “La situazione non ha più niente a che vedere con quella del passato. Nel 2016, 180mila persone sono sbarcate in Italia. Nel 2018 non sono state più di 23mila. Quest’anno siamo a 3.500 nei primi sei mesi dell’anno, un calo dell’80 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
“Ora che la crisi migratoria ha drasticamente diminuito la sua ampiezza anche grazie al contributo dell’Ue”, continua il ministro, “l’attuale governo italiano fa la scelta di soluzioni non concertate con i suoi partner europei, denunciando una mancanza di solidarietà dell’Europa e dei suoi Stati membri. Ha infatti annunciato una chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare, anche se gli sbarchi di persone soccorse in mare sul suo territorio continuano”. “In questo contesto – prosegue la nota di Castaner – l’Italia continua ad aver bisogno di questa solidarietà europea di cui tuttavia denuncia l’assenza“. “Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L’Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare: Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani”, è la secca replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“Anche il numero dei morti in mare è diminuito – aggiunge il ministro francese – ma rimane purtroppo troppo elevato (600 dispersi nel Mediterraneo nel 2019 contro i cinquemila del 2016)”. Castaner scrive che “quasi 13mila rifugiati arrivati in Italia tra il 2016 e il 2017 sono stati accolti da altri Paesi europei, tra cui la Francia, in un periodo in cui l’Italia aveva scelto una stretta cooperazione con i suoi partner europei. Dal 2015, la Francia ha versato all’Italia 951 milioni di euro a sostegno della sicurezza e della gestione delle frontiere (435 milioni) e per l’accoglienza, l’immigrazione e l’integrazione (516 milioni di euro). Nel momento più grave della crisi, centinaia di dipendenti dell’Ue sono stati inviati sul posto per aiutare le autorità italiane (322 agenti per Frontex, 216 dell’ufficio europeo per i rifugiati Easo, 27 dell’Europol nel 2017). Insieme, abbiamo lavorato a soluzioni per ridurre il numero delle partenze dalla Libia collaborando con i Paesi di origine e di transito oltre che con l’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) e l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim)”.
“La Francia, da parte sua – aggiunge Castaner – ha preso un impegno senza precedenti per il ricollocamento di 10mila rifugiati tra il 2017 e il 2019 direttamente dai luoghi di transito, per evitare loro un viaggio che potrebbe mettere in pericolo le loro vite. Quasi 8mila ne sono già arrivati sul nostro territorio”. “Noi ci siamo all’appuntamento della solidarietà”, sostiene ancora il ministro dell’Interno transalpino, che sottolinea come, preso atto dell’approdo della Sea Watch al porto di Lampedusa, “proseguirà nella sua azione di solidarietà con il popolo italiano per l’accoglienza di persone bisognose di protezione”, aggiunge la nota, precisando che “il ministro Castaner rinnova inoltre l’appello ai suoi omologhi europei affinché sia messo in atto un meccanismo permanente di solidarietà che assicuri lo sbarco rapido e in tutta sicurezza, nel porto più vicino, delle persone soccorse in mare, nel quadro di un dispositivo europeo prevedibile, affidabile e rispettoso del diritto internazionale”.
“Ciò non toglie nulla – prosegue – alla necessità di perseguire in modo concertato i nostri sforzi per combattere l’immigrazione irregolare e riformare la nostra politica di asilo. E’ il progetto di rifondazione di Schengen formulato dal presidente della Repubblica – conclude la nota – e che il ministro dell’Interno porterà avanti nei prossimi mesi”.