Dieci anni fa, la sera del 29 giugno 2009, 32 persone morirono nella strage ferroviaria di Viareggio. In occasione dell’anniversario del disastro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato, in un messaggio, di un “evento tragico e inaccettabile“. “In questa giornata in cui si rinnova il dolore dei familiari delle vittime – ha affermato – desidero esprimere solidarietà e vicinanza all’intera comunità cittadina, e in particolar modo a quanti hanno patito lo strazio più indicibile per quelle vite spezzate”. “L’incidente ferroviario di Viareggio – continua il capo dello Stato – costituisce un monito permanente: infrastrutture e reti sono essenziali per il progresso e la vita delle comunità e non possono trasformarsi in strumenti di distruzione e di morte. La sicurezza è un diritto che, attraverso standard e controlli adeguati, va assicurato agli utenti, ai lavoratori, ai cittadini che vivono in prossimità di impianti tecnologici, industriali, di vie di comunicazione per eliminare ogni rischio di disastri”. E ringrazia poi i familiari delle vittime morte nella strage, che si sono riunite nell’associazione “Il mondo che vorrei“: “Va espressa riconoscenza all’Associazione dei familiari delle vittime di Viareggio che in questi anni, nel mantenere la memoria dei loro congiunti e della ferita inferta alla città, ha sviluppato, con passione civile, iniziative tese a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sicurezza nei trasporti”.
Al cimitero della Misericordia di Viareggio, dove si è celebrata la messa in memoria delle vittime in occasione del decennale, Daniela Rombi dell’associazione dei familiari ha consegnato al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli una serie di faldoni contenenti le motivazioni della sentenza di primo grado sulla strage, come “manuale della buona gestione delle Ferrovie”. Toninelli ha risposto affermando che il governo sta portando avanti “un approccio pratico: regole certe con responsabilità chiare“.
Il ministro è intervenuto anche sulla battaglia che i familiari delle vittime portano avanti da anni: togliere il titolo di Cavaliere del Lavoro a Mauro Moretti, l’ex amministratore delegato di Ferroviere dello Stato condannato a sette anni per il disastro. Toninelli, dichiarandosi concorde sulla necessità di togliere immediatamente il titolo, ha ricordato che al Senato è stata già presentata una mozione “e come presidente della Fondazione Fs sarà tolto, come annunciato dal nuovo amministratore delegato del gruppo, perché chi ha sulle spalle responsabilità di questo tipo non può rappresentare le istituzioni italiane”.
Mauro Moretti è tra gli ex manager di Ferrovie dello Stato che, a seguito della sentenza di Appello arrivata il 20 giugno scorso, ha annunciato il ricorso in Cassazione. “In Cassazione le Ferrovie ci andranno perché devono aggrapparsi agli specchi – replica Rombi – Mi auguro che anche i giudici di Cassazione capiscano di cosa si parla: ovvero che è stato un incidente sul lavoro. I due macchinisti dopo l’incidente sono stati a casa sei mesi pagati dall’Inps. Questo è stato un incidente sul lavoro che purtroppo ha avuto la particolarità di coinvolgere anche persone che non c’entravano niente. Il gas è penetrato dappertutto ma l’incidente è avvenuto sui binari. Vadano pure in Cassazione, vadano pure a Strasburgo, prima ci andremo noi”.
Nella sentenza di Appello i giudici, nonostante la riduzione di alcune delle pene dovute alla prescrizione di alcuni reati, avevano confermato la responsabilità dei manager di Ferrovie dello Stato e delle altre società del gruppo. Su questo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha dichiarato: “In questi dieci anni, oltre allo strazio per l’inaccettabile perdita dei propri cari, i familiari delle vittime di Viareggio hanno dovuto convivere con lo spettro della prescrizione per alcuni reati. Nessuna sentenza potrà mai lenire il dolore subito da quelle famiglie ma l’idea, tragicamente concreta, di uno Stato incapace di dare risposte è semplicemente incivile”. E, ha aggiunto: “A queste famiglie rivolgo la mia gratitudine perché è anche grazie a loro, alla loro instancabile opera di testimonianza, che il Parlamento ha approvato la legge sulla prescrizione che restituirà un minimo di civiltà alla nostra giustizia”.