Forza Italia perde un altro pezzo. L’ex sindaco di Ascoli, Guido Castelli, ha deciso di lasciare il partito di Silvio Berlusconi. Un addio che provoca la reazione di Giovanni Toti. “Non possiamo consentire che l’entropia, o peggio, l’egoismo di qualcuno, distruggano tutto. Bisogna muoversi in fretta, azzerare tutto e ripartire con coloro che saranno scelti dal popolo di centrodestra di ogni luogo”, ha scritto su facebook il presidente della Regione Liguria. Che poi fa la conta dei pezzi persi da Forza Italia negli ultimi mesi. “Dopo i precedenti addii del sindaco di Catania, del sindaco di Avola, di consiglieri regionali, di parlamentari, c’è ancora qualcuno che sostiene che non serva azzerare tutto al più presto? Che non serva andare a un confronto ovunque, città, regioni e Paese per far scegliere ai nostri sostenitori e militanti la linea politica e la classe dirigente?”, si chiede Toti, nominato da Berlusconi coordinatore nazionale del partito insieme a Mara Carfagna , ma rimasto su posizioni molto dure nei confronti della dirigenza dell’ex premier.

L’addio di Castelli, a leggere il post di Toti, è legato alla decisione di “esponenti riconducibili al nostro movimento in consiglio comunale che ieri hanno preferito votare per il Presidente dell’Assemblea proposto dal Pd, invece che per quello proposto dal centrodestra, per altro anch’egli uscito da Forza Italia“.  Per questo motivo Castelli ha deciso di lasciare il partito azzurro “dopo dieci anni di ottimo lavoro come sindaco di Ascoli, dopo aver portato in una città difficile per noi la nostra coalizione al 60% durante il suo governo”, ricorda Toti. Alle ultime amministrative ad Ascoli, Marco Fioravanti, il candidato del centrodestra ha vinto, nonostante Forza Italia non avesse una lista con il simbolo. Da lì in poi, ha spiegato lo stesso Castelli sempre su facebook, l’ex sindaco è stato considerato “di troppo”.  “Forza Italia evapora e sparisce a causa di gravi errori nella conduzione di un partito che ad Ascoli ha sbagliato tutto. In questo quadro così sconfortante – rimarca Castelli – colpisce in particolare che nessuno, tra i dirigenti regionali nazionali e regionali di Forza Italia che sono scesi in campo contro Fioravanti, abbia sentito il bisogno di ammettere i molti errori consumati ad Ascoli. Di fronte alla procurata eutanasia di Forza Italia ad Ascoli  rilevo che dal 9 giugno scorso nessuno all’interno di Forza Italia Marche ha ritenuto di stigmatizzare l’abbraccio mortale con il Pd di Ceriscioli o, anche più semplicemente, ha provato a coinvolgere chi per dieci anni ha governato Ascoli per riparare la disastrosa situazione venutasi a creare in citta dopo il voto amministrativo . Lo scorso venerdì si è tenuta una riunione a livello regionale per parlare (anche) di Ascoli. Nessuno ha ritenuto utile ascoltare la mia opinione: ne prendo atto. Forza Italia Marche mi relega ai margini? È da parecchio che accade ma ne farò un ragione. Tutti sono necessari e nessuno è indispensabile”.

Ieri Toti era tornato ad attaccare i vertici del partito azzurro in vista dell’iniziativa organizzata il 6 luglio a Roma al teatro Brancaccio. Dentro Forza Italia, è la tesi dell’ex direttore del Tg4, bisogna andare “tutti verso un profondissimo cambiamento, una vera e propria rivoluzione, nei contenuti, di facce e di regole”. L’obiettivo dichiarato è accelerare la stesura delle regole interne, a partire dai criteri con cui tenere le primarie, in modo da rilanciare subito il partito che, osserva “si sta sciogliendo come neve al sole“. Impostazione che non era piaciuta alla capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmine, che aveva esortato Toti a non “imporre le sue ricette”, e na on mettere più sul tavolo l’ipotesi di lasciare il partito: “Il suo posto naturale è in Forza Italia ed è urgente adesso sedersi tutti al Tavolo delle regole’ senza forzature che non servono, ma secondo un percorso condiviso. Non si può’ procedere come fa Toti, a colpi di agenzie e di ultimatum a Berlusconi’. La replica di Toti arriva via twitter: “Ma perché la Gelmini, la Biancofiore e altri hanno così paura del dibattito? Poca abitudine? Paura del giudizio dei nostri simpatizzanti e militanti? Già qualche nostalgia per i nominati, che ancora son tutti li? Dai dite la vostra invece di criticare chi dice la sua. La Democrazia che vogliamo è anche per voi”.

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