Macchine rotte, trasbordi vietati da sollevazioni popolari, impianti privati in manutenzione da settimane e almeno mille tonnellate di rifiuti abbandonati in strada. Non si attenua la crisi estiva dei rifiuti a Roma. Una difficoltà che le opposizioni stanno cercando di cavalcare per prendere a spallate il Campidoglio e provare far cadere la sindaca Virginia Raggi. La quale continua a reagire invocando la “guerra dei rifiuti”. Fatto sta che da quasi 5 mesi la prima cittadina è anche assessore all’Ambiente e nonostante abbia deciso di nominare l’attivista e sua collaboratrice Laura Fiorini ad assessore al Verde resta il vuoto politico, perché non avrà la delega ai rifiuti. Ruolo che la Raggi vuole scorporare la delega ai rifiuti. Che quindi resta separata e ancora in capo a lei, bersagliata dagli attacchi istituzionali. L’ultimo, arrivato proprio dalla Regione Lazio, che ha invocato l’emergenza sanitaria allertando i direttori delle Asl capitoline “in merito ai possibili effetti sulla salute pubblica derivanti dalle esposizioni legate all’accumulo di rifiuti solidi urbani”. Una situazione che ha messo in imbarazzo anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, costretto a riaprire la cabina di regia sui rifiuti con prima seduta il prossimo 9 luglio.
LA CRISI DI AMA – La grande criticità in questo momento è dovuta alla raccolta, che non funziona. Cosa sta succedendo? Partiamo innanzitutto dalla profonda crisi attraversata dall’Ama Spa, la municipalizzata romana dei rifiuti. L’azienda ha fra il 55 e il 60% dei mezzi di raccolta fermi in officina, alcuni con guasti molto complessi da riparare, anche per l’età media della flotta, superiore ai 10 anni (con picchi di 13-14). Fonti sindacali indicano un aumento dei guasti nel mese di giugno delle cosiddette “macchine madri”, quelle dove i veicoli più piccoli vanno a scaricare i rifiuti da portare poi ai centri di trasferenza. Ognuno di questi mezzi più grandi, fermandosi, tiene bloccati almeno una decina di compattatori, creando rallentamenti in interi quartieri. Questo avrebbe portato il tasso d’impiego degli operatori a scendere sotto il 70%. Nei giorni scorsi era girata anche voce di un possibile “sciopero bianco” dei dipendenti, in realtà smentito da più parti. I rallentamenti nelle riparazioni sarebbero figli soprattutto delle difficoltà economiche della società, con due bilanci non ancora approvati, debiti che superano 1,2 miliardi di euro e rapporti burrascosi con i fornitori dei pezzi di ricambio. E più si accumulano i rifiuti in strada, più la raccolta diventa complessa, più i cittadini fanno male la differenziata.
IL PROBLEMA DEGLI IMPIANTI – Come noto Roma ha anche un problema di impianti. Che questa estate si è acuito a causa della decisione degli operatori privati di effettuare manutenzioni straordinarie ai loro impianti. Dopo il rogo dell’11 dicembre 2018 al tmb Salario, infatti, ad oggi l’unico impianto Ama funzionante per l’indifferenziato è il tmb di Rocca Cencia. Mentre la procura indaga per incendio doloso, il Comune è corso ai ripari aumentando la trasferenza in Abruzzo, in alcuni comuni del Lazio e presso gli impianti di proprietà del gruppo Colari di Manlio Cerroni. A Malagrotta, in particolare, i due tmb oggi gestiti dall’amministratore giudiziario Luigi Palumbo – nonostante l’assoluzione del Supremo vige ancora l’interdittiva antimafia – da maggio stanno funzionando a metà, recependo solo 750 delle 1.250 tonnellate al giorno per le quali sono autorizzati. La manutenzione è iniziata a maggio e durerà almeno fino a ottobre. In un contesto del genere, bisogna portare i rifiuti fuori da Roma, organizzando dei centri di trasbordo all’interno della città. Punti di raccolta che i cittadini non vogliono: al momento funziona solo quello di Ponte Malnome, mentre sia a Saxa Rubra che nell’area dove insisteva il tmb Salario i cittadini sono scesi in strada, sostenuti dalle opposizioni, per evitare l’utilizzo di quei siti.
IL VUOTO POLITICO-TECNICO – Va detto che puntualmente all’inizio dell’inverno e all’inizio dell’estate la città fa registrare picchi di produzione dei rifiuti che poi rientrano rispettivamente dopo le feste natalizie e durante i mesi estivi. È ragionevole pensare che, come ogni anno, da metà luglio in poi – man mano che i romani andranno in ferie – la crisi rientrerà. Ma il punto è un altro. Come detto, all’8 febbraio scorso Roma è senza assessore all’Ambiente. Nonostante i tanti nomi accostati a raccogliere l’interim della sindaca, finora Raggi è riuscita soltanto a nominare Fiorini assessore al verde. È evidente come il già gravoso lavoro di prima cittadina non permetta di gestire al meglio uno degli assessorati più pesanti. Ma non è tutto. Nonostante si conoscessero da mesi i loro nomi, i membri del nuovo cda di Ama hanno preso possesso dei loro incarichi solo dal 20 giugno, quando i vecchi componenti erano stati cacciati il 18 febbraio. La nuova presidentessa, Luisa Melara, è un avvocato, l’ad Paolo Longoni un commercialista e nessuno dei due si è mai occupato di rifiuti. Solo il terzo consigliere, Massimo Ranieri, ha esperienza nel settore ma ha accettato la nomina part-time perché continuerà a dirigere l’azienda dei rifiuti di Lanciano.
A CHI GIOVA L’EMERGENZA – La crisi sta generando malcontento. Ma il rischio più serio è che possa essere cavalcata da chi persegue interessi privati e politici. In queste ore, ad esempio, stanno aumentando i roghi. L’ultimo ha colpito diversi cassonetti a Torrevecchia, mentre nella sera fra mercoledì e giovedì è andata a fuoco una discarica abusiva di 200 mq nel quartiere Gordiani. E ora i media locali stanno iniziando anche a parlare di rischio diossina. È ovvio che se la situazione dovesse degenerare il governo non avrebbe altra scelta che dichiarare l’emergenza rifiuti e commissariare – su questa esclusiva competenza – la città, dando pieni poteri a un commissario che di solito è il prefetto, il presidente della Regione o il ministro stesso. Ma le conseguenze inevitabili sarebbero due: la sfiducia politica (e sostanziale) alla sindaca Raggi con possibile terremoto in Campidoglio e, soprattutto, l’apertura immediata di una discarica dove portare i rifiuti che invadono la città, sul modello di Napoli 2007. Con programmazione per la realizzazione di un inceneritore, proprio come chiesto alcuni mesi fa dalla Lega e dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Oltre alla conferenza dei servizi aperta in regione per una discarica a Pian dell’Olmo – richiesta dal gruppo Maio di Lanciano – c’e’ sempre Manlio Cerroni che da tempo incalza la sindaca per utilizzare circa 200mila metri cubi di spazio presenti nella discarica di Malagrotta (chiusa nel 2013) e per ottenere il via libera a realizzare un termovalorizzatore di nuova generazione.
Cronaca
Roma tra roghi e spazzatura: Raggi nomina l’assessore al Verde, ma non ha la delega ai rifiuti. Regione: “Emergenza”
La raccolta non funziona, la città ha un problema di impianti e la sindaca Virginia Raggi non ha ancora deciso chi in giunta si possa occupare della crisi. E ora i media locali stanno iniziando anche a parlare di rischio diossina
Macchine rotte, trasbordi vietati da sollevazioni popolari, impianti privati in manutenzione da settimane e almeno mille tonnellate di rifiuti abbandonati in strada. Non si attenua la crisi estiva dei rifiuti a Roma. Una difficoltà che le opposizioni stanno cercando di cavalcare per prendere a spallate il Campidoglio e provare far cadere la sindaca Virginia Raggi. La quale continua a reagire invocando la “guerra dei rifiuti”. Fatto sta che da quasi 5 mesi la prima cittadina è anche assessore all’Ambiente e nonostante abbia deciso di nominare l’attivista e sua collaboratrice Laura Fiorini ad assessore al Verde resta il vuoto politico, perché non avrà la delega ai rifiuti. Ruolo che la Raggi vuole scorporare la delega ai rifiuti. Che quindi resta separata e ancora in capo a lei, bersagliata dagli attacchi istituzionali. L’ultimo, arrivato proprio dalla Regione Lazio, che ha invocato l’emergenza sanitaria allertando i direttori delle Asl capitoline “in merito ai possibili effetti sulla salute pubblica derivanti dalle esposizioni legate all’accumulo di rifiuti solidi urbani”. Una situazione che ha messo in imbarazzo anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, costretto a riaprire la cabina di regia sui rifiuti con prima seduta il prossimo 9 luglio.
LA CRISI DI AMA – La grande criticità in questo momento è dovuta alla raccolta, che non funziona. Cosa sta succedendo? Partiamo innanzitutto dalla profonda crisi attraversata dall’Ama Spa, la municipalizzata romana dei rifiuti. L’azienda ha fra il 55 e il 60% dei mezzi di raccolta fermi in officina, alcuni con guasti molto complessi da riparare, anche per l’età media della flotta, superiore ai 10 anni (con picchi di 13-14). Fonti sindacali indicano un aumento dei guasti nel mese di giugno delle cosiddette “macchine madri”, quelle dove i veicoli più piccoli vanno a scaricare i rifiuti da portare poi ai centri di trasferenza. Ognuno di questi mezzi più grandi, fermandosi, tiene bloccati almeno una decina di compattatori, creando rallentamenti in interi quartieri. Questo avrebbe portato il tasso d’impiego degli operatori a scendere sotto il 70%. Nei giorni scorsi era girata anche voce di un possibile “sciopero bianco” dei dipendenti, in realtà smentito da più parti. I rallentamenti nelle riparazioni sarebbero figli soprattutto delle difficoltà economiche della società, con due bilanci non ancora approvati, debiti che superano 1,2 miliardi di euro e rapporti burrascosi con i fornitori dei pezzi di ricambio. E più si accumulano i rifiuti in strada, più la raccolta diventa complessa, più i cittadini fanno male la differenziata.
IL PROBLEMA DEGLI IMPIANTI – Come noto Roma ha anche un problema di impianti. Che questa estate si è acuito a causa della decisione degli operatori privati di effettuare manutenzioni straordinarie ai loro impianti. Dopo il rogo dell’11 dicembre 2018 al tmb Salario, infatti, ad oggi l’unico impianto Ama funzionante per l’indifferenziato è il tmb di Rocca Cencia. Mentre la procura indaga per incendio doloso, il Comune è corso ai ripari aumentando la trasferenza in Abruzzo, in alcuni comuni del Lazio e presso gli impianti di proprietà del gruppo Colari di Manlio Cerroni. A Malagrotta, in particolare, i due tmb oggi gestiti dall’amministratore giudiziario Luigi Palumbo – nonostante l’assoluzione del Supremo vige ancora l’interdittiva antimafia – da maggio stanno funzionando a metà, recependo solo 750 delle 1.250 tonnellate al giorno per le quali sono autorizzati. La manutenzione è iniziata a maggio e durerà almeno fino a ottobre. In un contesto del genere, bisogna portare i rifiuti fuori da Roma, organizzando dei centri di trasbordo all’interno della città. Punti di raccolta che i cittadini non vogliono: al momento funziona solo quello di Ponte Malnome, mentre sia a Saxa Rubra che nell’area dove insisteva il tmb Salario i cittadini sono scesi in strada, sostenuti dalle opposizioni, per evitare l’utilizzo di quei siti.
IL VUOTO POLITICO-TECNICO – Va detto che puntualmente all’inizio dell’inverno e all’inizio dell’estate la città fa registrare picchi di produzione dei rifiuti che poi rientrano rispettivamente dopo le feste natalizie e durante i mesi estivi. È ragionevole pensare che, come ogni anno, da metà luglio in poi – man mano che i romani andranno in ferie – la crisi rientrerà. Ma il punto è un altro. Come detto, all’8 febbraio scorso Roma è senza assessore all’Ambiente. Nonostante i tanti nomi accostati a raccogliere l’interim della sindaca, finora Raggi è riuscita soltanto a nominare Fiorini assessore al verde. È evidente come il già gravoso lavoro di prima cittadina non permetta di gestire al meglio uno degli assessorati più pesanti. Ma non è tutto. Nonostante si conoscessero da mesi i loro nomi, i membri del nuovo cda di Ama hanno preso possesso dei loro incarichi solo dal 20 giugno, quando i vecchi componenti erano stati cacciati il 18 febbraio. La nuova presidentessa, Luisa Melara, è un avvocato, l’ad Paolo Longoni un commercialista e nessuno dei due si è mai occupato di rifiuti. Solo il terzo consigliere, Massimo Ranieri, ha esperienza nel settore ma ha accettato la nomina part-time perché continuerà a dirigere l’azienda dei rifiuti di Lanciano.
A CHI GIOVA L’EMERGENZA – La crisi sta generando malcontento. Ma il rischio più serio è che possa essere cavalcata da chi persegue interessi privati e politici. In queste ore, ad esempio, stanno aumentando i roghi. L’ultimo ha colpito diversi cassonetti a Torrevecchia, mentre nella sera fra mercoledì e giovedì è andata a fuoco una discarica abusiva di 200 mq nel quartiere Gordiani. E ora i media locali stanno iniziando anche a parlare di rischio diossina. È ovvio che se la situazione dovesse degenerare il governo non avrebbe altra scelta che dichiarare l’emergenza rifiuti e commissariare – su questa esclusiva competenza – la città, dando pieni poteri a un commissario che di solito è il prefetto, il presidente della Regione o il ministro stesso. Ma le conseguenze inevitabili sarebbero due: la sfiducia politica (e sostanziale) alla sindaca Raggi con possibile terremoto in Campidoglio e, soprattutto, l’apertura immediata di una discarica dove portare i rifiuti che invadono la città, sul modello di Napoli 2007. Con programmazione per la realizzazione di un inceneritore, proprio come chiesto alcuni mesi fa dalla Lega e dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Oltre alla conferenza dei servizi aperta in regione per una discarica a Pian dell’Olmo – richiesta dal gruppo Maio di Lanciano – c’e’ sempre Manlio Cerroni che da tempo incalza la sindaca per utilizzare circa 200mila metri cubi di spazio presenti nella discarica di Malagrotta (chiusa nel 2013) e per ottenere il via libera a realizzare un termovalorizzatore di nuova generazione.
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Whashington, 3 mar. (Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump risponde alle critiche per la sua crescente vicinanza alla Russia sulla questione dell'Ucraina, affermando che gli Stati Uniti dovrebbero preoccuparsi "meno" di Vladimir Putin. "Dovremmo dedicare meno tempo a preoccuparci di Putin e più tempo a preoccuparci delle bande di migranti che stuprano, dei signori della droga, degli assassini e delle persone provenienti dagli istituti psichiatrici che entrano nel nostro Paese, così non finiremo come l'Europa!", scrive Trump sulla sua piattaforma Truth Social.
Roma, 2 mar. (Adnkronos) - La capitale si prepara ad accogliere il ‘Resp Festival’, un evento innovativo che promette di trasformare Ariccia in un epicentro di suoni, luci e performance artistiche. Organizzato dal gruppo 06, il Festival si terrà presso il nuovo mega club ‘Factory46’, una struttura di 2.000 mq, (in Via Quarto Negroni 46, Ariccia), dotata di impianto audio all’avanguardia, giardino e zona food. L’evento si svolgerà dal 15 marzo per cinque sabati consecutivi, offrendo un’esperienza sensoriale unica, e rappresentando un nuovo capitolo nella scena della musica elettronica di Roma, portando con sé una ventata di innovazione e sperimentazione.
Il Resp Festival vanta un cartellone con 20 Dj internazionali e italiani, che si esibiranno ogni sabato dalle 23:00 alle 5:00, in un mix di performance dal vivo, spettacoli laser e led wall mozzafiato. Il primo sabato, 15 marzo, vedrà la partecipazione della star internazionale Pablo Say dalla Spagna, insieme alla talentuosa Debora Savasto e Katoff dall’Inghilterra. Tra gli altri protagonisti ci saranno Manuel Le Saux e Sygma, DJ e producer resident del festival. I tanti artisti porteranno sul palco una varietà di stili e influenze, creando un’esperienza sonora unica e coinvolgente.
“Siamo incredibilmente entusiasti di presentare il Resp Festival. Questo evento rappresenta un’opportunità unica per esplorare nuove frontiere della musica elettronica e delle arti visive. Miriamo a creare un’esperienza dinamica e coinvolgente per tutti i partecipanti. Abbiamo lavorato duramente per portare artisti di fama internazionale e talenti emergenti, creando un programma che celebra la diversità e l’innovazione. Non vediamo l’ora di condividere questa avventura con il nostro pubblico e di vedere come il Festival contribuirà a far crescere la scena culturale romana e non solo”, ha spiegato Sergio Serafini, organizzatore del Resp Festival e fondatore del gruppo 06.
Dopo l’inaugurazione del 15 marzo, si prosegue sabato 22 marzo con un evento misterioso e imperdibile, ‘Top Secret’. Poi sabato 29 marzo, si terrà una serata dedicata alle donne DJ, con la partecipazione di Alessandra Roncone, Las Mellizas, Francesca Fagiani, Kalhea e Consuelo. Sabato 5 aprile, sarà ‘La notte House of Vibe’ con il leggendario Joe T. Vannelli e Kristine.
Mentre sabato 12 aprile ci sarà il gran finale con la crew dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia di Pisa, guidata dal fondatore Antonio Velasquez e DJ come Gabry Fasano, Alessandro Tognetti, Antonio Marki, Sandro Vibot e Riccardo Brush. Il Resp Festival non è solo un evento musicale, ma anche un’occasione per esplorare nuove forme di espressione artistica e per abbattere le barriere, connettendo presente e futuro, radici e prospettive. Inoltre il Festival si propone come un punto di incontro per artisti e pubblico, promuovendo la condivisione, il movimento e l’ascolto.
Il festival è accessibile con un unico biglietto Full Pass da € 69,90 per tutte le cinque serate, acquistabile online su Xceed. Non manca anche l’aspetto della solidarietà e della cultura. In collaborazione con Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo), il Festival avrà anche una componente solidale, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il valore del dono del midollo osseo. Ogni serata vedrà anche la presentazione di libri da parte di giovani scrittori emergenti. Inoltre il festival sarà molto attento anche alla sicurezza e garantirà un’esperienza senza preoccupazioni, grazie ai servizi navetta gratuiti per raggiungere la location in totale tranquillità.
Milano, 2 mar. (Adnkronos) - Altra sconfitta per il Milan di Conceicao con una diretta concorrente per l'Europa. Dopo il ko con il Bologna nel recupero, i rossoneri escono sconfitti da San Siro anche con la Lazio, per 2-1 in una gara folle, decisa al 98' da un calcio di rigore realizzato da Pedro, dopo che Chukwueze aveva riportato in parità la sfida pareggiando il gol di Zaccagni, con i rossoneri in dieci uomini per l'espulsione di Pavlovic. I rossoneri scivolano così in nona posizione, superati anche dalla Roma, mentre la Lazio sale a 50 punti e si riprende la quarta posizione, ai anni della Juventus impegnata domani con il Verona, e si avvicina all'Atalanta terza a 55 punti.
Conceiçao per la sfida interna, con la Curva che è entrata a gara iniziata per protesta, conferma nove undicesimi della formazione scesa in campo dal 1' contro il Bologna. Inserisce Gabbia al posto di Thiaw al centro della difesa e Pulisic per Joao Felix nel tridente offensivo con Leao e Reijnders alle spalle di Gimenez. In mezzo al campo Musah e Fofana, sugli esterni Jimenez a destra con Theo Hernandez a sinistra. Baroni, invece, deve rinunciare a Castellanos e Romagnoli e in difesa schiera Gila con Gigot davanti a Provedel. Sugli esterni Marusic e Nuno Tavares, con Rovella e Guendouzi a centrocampo, mentre in avanti Tchaouna, con Dia, Isaksen e Zaccagni a supporto.
La Lazio parte subito forte e al 3' Rovella serve Dia che scatta sul filo del fuorigioco ma viene fermato da intervento prodigioso di Maignan. Un minuto dopo sul cross di Nuno Tavares dalla sinistra, svetta Dia di testa ma non inquadra la porta. Poi al 6' tocca a Nuno Tavares a rendersi pericoloso ma Pavlovic sbroglia. Al 12' Isaksen fa partire un violento sinistro dalla distanza, ma la palla sfiora il palo alla sinistra di Maignan. Il Milan reagisce nel momento in cui i tifosi rossoneri fanno il proprio ingresso in curva Sud ma non basta. Al 19' Leao viene pescato al limite dell'area laziale e imbuca per Reijnders, bravo nel centrare la porta in caduta ma non abbastanza da impensierire Provedel. La Lazio riprende ad offendere e al 28' passa: Tchaouna tocca per Marusic che impegna Maignan con il destro in diagonale, sulla respinta arriva Zaccagni che insacca in spaccata con il sinistro per l'1-0. Dopo la rete ospite, Conceiçao si gioca subito la carta Joao Felix per provare a dare la scossa decisiva, ma nel finale Zaccagni va vicinissimo al raddoppio con un destro al volo, fuori di un soffio.
A inizio ripresa il tecnico rossonero fa uscire Jiménez per mettere dentro Walker, ma la Lazio continua a rendersi pericolosa. Al 50' ennesima ripartenza con Nuno Tavares che serve Gigot al centro dell'area ma il difensore biancoceleste calcia debolmente e Maignan blocca. Al 51' Pulisic serve Joao Felix che sii gira e calcia di prima intenzione ma manda di poco sopra la traversa. La gara è aperta e la Lazio al 54' sfiora il bis con Zaccagni: Guendouzi serve il compagno che rientra sul destro e calcia a giro ma manda la palla fuori di pochissimo. Al 55' ancora Joao Felix protagonista, poi la palla arriva a Pulisic che non trova la porta da pochi passi.
Il Milan rischia, si sbilancia e la squadra di Baroni affonda ancora al 58' con Gila che in girata di sinistro spedisce il pallone sopra la traversa. La partita si complica ulteriormente per il Milan al 67': recupero di Guendouzi al limite della propria area e palla per Isaksen che scappa via a Pavlovic che lo stende e per l'arbitro Manganiello è rosso diretto per il giocatore serbo. Milan in dieci e sotto di un gol. Al 71' punizione tagliata di Nuno Tavares dalla sinistra, Maignan non ci arriva e Theo Hernandez rischia l'autorete, poi la difesa rossonera spazza via.
il Milan con le poche energie rimaste prova a raggiungere il pari che arriva un po' a sorpresa all'84' con Chukwueze che di testa trova l'angolino sul cross morbido di Leao sul secondo palo per l'1-1. I rososneri provano anche a vincerla ma la Lazio non ci sta e all'86' Dia serve Isaksen che controlla al limite e calcia in porta col destro, ma Maignan non si fa sorprendere e blocca. Finale concitato che si decide al 98' grazie a Pedro che realizza su calcio di rigore il gol vittoria del 2-1 dopo l'on field Review con Manganiello che assegna il penalty per il fallo di Maignan su Isaksen. Pedro glaciale spiazza il francese e stende il Milan, alla terza sconfitta consecutiva e in piena crisi con Conceicao sempre più in bilico.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Il vertice di Londra di oggi ha dimostrato che la posizione assunta da Giorgia Meloni in questi giorni è ampiamente condivisa, da Starmer a Tusk a molti altri leader. Quando Giorgia Meloni dice che le due sponde dell’Atlantico non devono dividersi, questo è proprio uno dei messaggi forti che arrivano da Londra". Lo ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia- Ecr Carlo Fidanza, capo delegazione del partito a Bruxelles, intervenendo in studio a '4 di sera' su Rete 4.
"E’ importante la posizione espressa dal premier italiano per cui vanno tenuti uniti gli USA e l’Europa. Da 75 anni la Nato garantisce la sicurezza dell’Europa, quindi prima di ragionare di soluzioni anche un po’ avventuristiche fuori dalla cornice Nato, occorre fare ogni sforzo possibile, tenendo gli Usa dentro al tavolo della trattativa sull’Ucraina -ha aggiunto-. Senza la deterrenza militare della Nato, e quindi senza la presenza degli Usa, è impensabile dare reali garanzie di sicurezza all’Ucraina. Una sicurezza che l’Europa da sola non è in grado di garantire e che serve anche per evitare che la Russia faccia ciò che ha fatto con l’Ucraina con altri Stati europei”.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - Appello per una giovane 26enne di origini siriane scomparsa da Latina ieri. Ayah Krdi, si legge su post dell'associazione Penelope Lazio (associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse Odv), "si è allontanata da casa per recarsi alla casa di riposo Sasn Francesco di Latina. Era a piedi, con il cellulare. Potrebbe trovarsi presso stazioni di autobus o metro".
L'appello continua dando una descrizione della giovane: "è alta 1,64 mt, corporatura media, indossa un velo nero come copricapo, una giacca di colore nero e grigio, jeans, scarpe da ginnastica bianche ed ha una borsa nera. Potrebbe avere bisogno di aiuto", chiude l'appello dell'associazione pubblicando anche una foto della giovane.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino ha chiesto di poter accedere al regime di semilibertà. Nel 2017 era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio provocando 32 vittime e centinaia di feriti. Schettino ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si terrà martedì 4 marzo.
Schettino, recluso nel carcere romano di Rebibbia, beneficia attualmente di 45 giorni all'anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta mantenuta nel carcere romano. L'ex comandante della Costa Concordia tre anni fa aveva ottenuto la possibilità di lavorare in carcere e gli era stato affidato il compito di contribuire alla digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l'omicidio dello statista democristiano Aldo Moro.
Una delle persone sopravvissute al naufragio, Vanessa Brolli, 27 anni, che era in vacanza sulla Costa Concordia con i fratelli, i genitori e altri parenti per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, ha dichiarato una volta appreso la notizia: "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Ursula Von der Leyen dice che è 'urgente riarmare l’Europa', Macron parla di 'invio di truppe' in Ucraina. Per la Lega invece è urgente lavorare per la Pace. L’Occidente intero ha il dovere di evitare a tutti i costi il rischio di una Terza Guerra Mondiale, bene fa il governo italiano a cercare di tenerlo unito e il presidente Trump, con responsabilità e pragmatismo, a spingere tutti in questa direzione". Lo scrive la Lega in un post sui social.