I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e di IBM stanno cercando di sfruttare l’Intelligenza Artificiale per modificare le immagini aggiungendo o rimuovendo elementi grafici in maniera credibile. Quello che hanno creato è una sorta di programma avanzato per il fotoritocco, che permette agli utenti di apportare modifiche solo in caso in cui siano coerenti con il contesto. Ecco perché Antonio Torralba del laboratorio MIT-IBM Watson AI parla di uno strumento con una “forte personalità”.

La differenza principale fra questo software e gli altri, è che questi ultimi seguono le istruzioni dell’utente. L’utente tuttavia potrebbe cercare di modificare l’immagine aggiungendo un oggetto in una posizione impossibile. Ebbene, in questo caso l’Intelligenza Artificiale non eseguirebbe il comando. Chi non ci crede può provare a “giocare” con la pagina che i ricercatori hanno messo online: non si potranno piazzare porte o alberi nel cielo.

 

Tecnicamente parlando, la tecnologia messa in campo è la stessa impiegata per creare le persone inesistenti del sito ThisPersonDoesNotExist, per modificare i musetti dei simpatici animali domestici o per “far parlare” foto storiche. Si chiama GAN (Generative Adversarial Network), è una rete neurale nata nel settore dei videogiochi, che ultimamente sta diventando il “prezzemolo” della ricerca informatica d’avanguardia.

In sostanza, questa tecnica sfrutta due o più Intelligenze Artificiali separate, a cui vengono assegnati compiti ben precisi. Una si occupa di creare qualcosa, l’altra ne analizza i risultati, cercando di trovare errori o comunque dettagli che in qualche modo ne mettano in discussione la credibilità. Nel caso specifico delle immagini, la seconda verifica l’attendibilità e la coerenza delle modifiche apportate a un’immagine. Se l’armonia del risultato finale è pessima, la boccia.

Uno degli aspetti più interessanti è la facilità con cui il sistema agisce: consente di fare operazioni di fotoritocco alla portata di tutti, senza bisogno di un computer potente. Il rovescio della medaglia è che la tecnologia potrebbe essere sfruttata per creare falsi molto difficili da distinguere. Per ora, a parte il giochino online, la tecnologia è accessibile solo ai ricercatori. L’idea nel lungo termine non è di venderla come programma di fotoritocco, ma di usarla per “addestrare” le Intelligenze Artificiali a smascherare i falsi, anche quelli molto credibili.

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