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Migranti, Fico: “Sbagliato invocare solidarietà Ue su loro pelle”. E attacca: “Fenomeno non si gestisce costruendo muri”

Il fenomeno migratorio? “Non si gestisce costruendo muri”. A rivendicarlo il presidente della Camera Roberto Fico, nel corso di un convegno alla sala della Regina, a Montecitorio, sui corridoi umanitari. Parole che, pur senza citare il ministro dell’Interno leghista Matteo Salvini, sono un chiaro riferimento alle provocazioni del vicepremier leghista e del presidente (sempre del Carroccio) della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che avevano paventato la costruzione di un muro anti-migranti al confine con la Slovenia.

Fico è chiaro: “Non è così che un grande Paese come l’Italia può pensare di far fronte a un fenomeno epocale. Tutti i muri, infatti, sono destinati a essere superati o abbattuti. Lo dice la nostra storia”, ha rivendicato.

Ma non solo. Perché se Fico richiede all’Unione europea di “fare molto di più per portare libertà e migliorare le condizioni economiche e sociali nei Paesi di origine dei migranti”, allo stesso tempo sottolinea come “invocare la pur necessaria solidarietà a livello europeo e denunciare l’atteggiamento egoistico e irresponsabile di molti partner non può in alcun modo giustificare l’inadempimento degli obblighi discendenti dal diritto internazionale e della nostra Costituzione”. E ancora: “Dobbiamo pretendere solidarietà e condivisione di responsabilità, con ogni strumento a nostra disposizione, ma non possiamo pensare di farlo sulla pelle delle persone“. Parole nette, arrivate dopo la polemica tra Italia e partner europei dopo il caso Sea Watch e dopo la decisione della capitana Carola Rackete, ora ai domiciliari, di forzare il blocco della motovedetta per condurre in porto la nave dell’ong con a bordo 40 migranti.

Già in passato Fico era stato critico con Salvini sul tema migranti, come quando prese le distanze dal primo decreto Sicurezza, dopo la sua approvazione definitiva.