Un cambio nel collegio del tribunale di Prato porta al rinvio il processo della professoressa accusata di violenza sessuale con un 15enne. La vicenda è nota: la donna ha avuto rapporti con un adolescente, rimanendo incinta e dando alla luce un bambino. Alla sbarra, oltre alla 31enne, c’è il marito, c’è il marito al quale è contestato il reato di falsa attestazione di stato civile per aver riconosciuto come suo il bambino.
A spiegare che il processo era stato assegnato a una nuova sezione è stato il difensore della coppia, Mattia Alfano. “Sono già state calendarizzate tutte le udienze che saranno due ottobre e due a novembre”, ha detto l’avvocato, che ha anche chiesto di rimettere in libertà la donna, agli arresti domiciliari dal 27 marzo, tornasse in libertà. Una richiesta “che è stata rigettata”, motivo per cui è stato fatto ricorso “al tribunale della libertà: penso che verrà fissata udienza prima della fine dell’estate. Abbiamo pronta una istanza per proseguire il percorso terapeutico che la signora sta già intraprendendo. La depositeremo ora in cancelleria”.
Il processo, secondo quanto appreso, è stato assegnato a un collegio di recente costituzione, non ancora gravato da numerosi processi, che si occupa esclusivamente di casi con detenuti, così da garantire tempi più veloci. Il legale della coppia Alfano ha spiegato che con la calendarizzazione di cinque udienze entro la fine dell’anno, “verosimilmente prima di dicembre si concluderà tutto”. “La signora è chiaramente provata – ha detto ancora – e credo e penso che avesse preferito iniziare il processo per poter cominciare ad affrontare le accuse che la riguardano. La signora autonomamente ha iniziato un percorso psichiatrico quando avrebbe potuto evitarselo, e sta ritrovando una serenità psicologica, morale e etica che aveva probabilmente perso. Ora il processo riguarda gli aspetti giuridici che sono altro rispetto al giudizio morale e etico”.
A parlare è stato anche il marito della donna. “Cerchiamo tutti di affrontare questo processo che speravamo di iniziare prima, ma così è. Ho visto mia moglie tranquilla, provata ma tranquilla. Continuiamo a affrontare questa cosa come abbiamo fatto fin dall’inizio e vogliamo che venga fuori la verità“, ha detto l’uomo. L’inchiesta della procura di Prato era partita da una querela da parte dei genitori del ragazzo, cui la donna dava lezioni private “Essendo mia moglie la supporto, non approvo magari altre cose, ma il supporto c’è sempre stato”, ha aggiunto il marito ai giornalisti all’uscita del tribunale pratese.