“L’impatto della Sea Watch con la motovedetta della Guardia di finanza è stato volontario e fatto con coscienza”. Il pm Luigi Patronaggio, parlando con la stampa al termine delle tre ore di interrogatorio con Carola Rackete, ha sostenuto che il contatto tra le due imbarcazioni non è stato dovuto a un semplice incidente. La capitana poco prima, davanti al gip, aveva dichiarato il contrario: “Credevo che si spostasse, non volevo colpirli”, ha detto. L’attivista tedesca ha lasciato Lampedusa in mattinata per l’udienza di convalida dell’arresto ad Agrigento. Dopo tre ore di interrogatorio, il gip ha deciso di far slittare la decisione alla mattina successiva. Come confermato a ilfattoquotidiano.it, la Procura ha chiesto il divieto di dimora in provincia di Agrigento e, secondo l’articolo 291 del codice penale, il giudice per le indagini preliminari non può richiedere una misura cautelare maggiore. La capitana della Sea Watch sarà quindi libera entro le 21 e 30 di martedì 2 luglio. I reati contestati dal procuratore Luigi Patronaggio a Carola sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate. La Procura ha chiesto la convalida di arresto e il divieto di dimora in provincia di Agrigento.
Il pm Patronaggio, nel corso della conferenza stampa a margine, ha parlato del contatto tra la Sea Watch e la motovedetta della Finanza: “Non è stata un’azione necessitata”, ha detto. “Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla Guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità”. Diverso invece “il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, per cui “si procede separatamente. Quella sarà la sede (l’altro fascicolo – ndr) dove valutare se l’azione di salvataggio dei migranti effettuata nelle acque antistanti la zona Sar libica sia stata un’azione necessitata. In quell’altro parallelo procedimento andremo a verificare se i porti della Libia possono ritenersi sicuri o meno e andremo a vedere se la zona Sar libica è efficacemente presidiata dalle autorità della guardia costiera libica, andremo a verificare le concrete modalità del salvataggio cioè a dire se vi sono stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch, se il contatto è avvenuto in modo fortuito o ricercato. Tutta una serie di elementi che servono a verificare se si è trattato di un’azione di salvataggio in mare oppure un’azione concertata”.
Intanto nel primo pomeriggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato che ora serve “un abbassamento generale dei toni che consenta di affrontare con maggiore serenità e concretezza la questione” dei migranti. “L’Italia ha una Costituzione cui per dovere e convinzione personale sono molto legato. La Costituzione prevede una assoluta divisione dei poteri, la nostra magistratura è di assoluta indipendenza e io ho in essa molto fiducia. La questione è nelle mani della magistratura e questa indipendenza assoluta è l’unico criterio che può guidare in questo momento il presidente della Repubblica italiana”.
CRITICHE TRA ITALIA E GERMANIA – Da giorni la Germania, riguardo al caso, afferma di essere “contro la criminalizzazione dei soccorritori in mare”. Oggi, a poche ore dall’udienza per la convalida dell’arresto della capitana della nave, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, su Facebook, ha scritto che, alla fine di un procedimento tipico di uno Stato di diritto “dal nostro punto di vista può esservi soltanto il rilascio di Carola Rackete: lo chiarirò ancora una volta all’Italia”. La portavoce del governo tedesco Martina Fiez poco prima aveva usato parole più morbide: “Non possiamo intervenire sulla giustizia italiana. Le accuse vanno verificate. Seguiamo la situazione molto attentamente. Attualmente il governo tedesco si sta adoperando per una soluzione europea“. Il premier Giuseppe Conte ha replicato da Bruxelles: “Merkel mi ha chiesto della comandante della Sea Watch e le ho detto che come in Germania l’esecutivo è distinto dal potere giudiziario: è nelle mani della magistratura”.
Riguardo all’udienza di oggi Matteo Salvini, che si è schierato più volte contro la capitana della nave della ong tedesca, ha affermato: “Voglio sperare che ci sia un giudice che renda giustizia ai quattro militari della Guardia di finanza e a un popolo di 60 milioni di persone che non vuole essere la discarica dell’Europa. E quindi che venga confermato l’arresto di questa criminale. Se così non fosse il ministro dell’Interno ha già dato indicazione che venga prelevata e riportata a casa sua a Berlino”.
“Non mi interessano le opinioni di Salvini”, ha dichiarato invece il commissario europeo Guenther Oettinger riferendosi all’arresto della comandante della nave della ong tedesca. “Come cittadino europeo ho piena comprensione per questa donna che, ritengo, ha agito coraggiosamente. E ho fiducia nella magistratura in Italia. Quello della Sea Watch non è solo un caso isolato, riguarda tutti e l’Europa deve finalmente trovare una soluzione su come gestire tutti insieme i rifugiati“.
NUOVI SBARCHI A LAMPEDUSA – Proseguono intanto gli sbarchi fantasma sull’isola siciliana. Poco prima della mezzanotte di ieri venticinque migranti sono arrivati a bordo di un piccolo motoscafo. Tra i migranti sbarcati anche due bambini e una donna. “Arriviamo dal Ciad, dal Marocco, dall’Egitto e dal Ghana“, spiega in un inglese molto stentato uno dei migranti appena sbarcati. “Ci abbiamo impiegato 25 ore per arrivare qui, ma finalmente ce l’abbiamo fatta”. I migranti sono stati accompagnati nella notte all’hotspot di contrada Imbriacola dove si trovano anche i 42 naufraghi sbarcati dalla Sea Watch. Un gruppo di lampedusani, all’arrivo dei migranti, ha iniziato ad inveire contro i venticinque e contro le forze dell’ordine. “Ve li fate passare sotto gli occhi – ha gridato un uomo – e non fate niente per impedire il loro arrivo. Così non può continuare”.