La Spagna presenterà un reclamo formale al Vaticano per le dichiarazioni del Nunzio apostolico nel Paese iberico, Renzo Fratini, che aveva affermato che il governo spagnolo aveva “resuscitato” Franco. “Queste dichiarazioni non mi hanno stupito, ho già avuto qualche conversazione difficile con il Nunzio. Riceverà da parte dello Stato spagnolo una risposta contundente”, ha assicurato ai microfoni della radio Cadena Ser la vicepresidente del governo, Carmen Calvo, che ha anche tacciato queste affermazioni come “inopportune e inaccettabili”. Calvo ha poi aggiunto che un ambasciatore della Santa Sede “non deve entrare nelle vicende interne di un Paese” su un tema “tanto importante come l’esumazione dei resti di un dittatore”.
“Ci sarà un reclamo ufficiale per una tale ingerenza, per le forme in cui si è prodotta e per i contenuti: il Vaticano è coinvolto direttamente, poiché i resti di Franco si trovano in una basilica”, ha continuato la vicepresidente, che ha anche annunciato l’intenzione del governo di rivedere la politica fiscale della Chiesa cattolica in Spagna. L’esecutivo ha inviato alla Conferenza episcopale la sua proposta e ha già designato due persone per occuparsi del caso. “La Chiesa deve pagare le tasse come accade in Francia o in Italia, si tratta di giustizia sociale. Loro lo sanno, per questo mi risultano ancor più incomprensibili le dichiarazioni del Nunzio, ambasciatore apostolico in Spagna”, ha concluso.
Renzo Fratini, che domani (2 luglio) si ritirerà dall’incarico all’età di 75 anni, aveva affermato che il governo di Pedro Sanchez stava “resuscitando Franco” in un’intervista a Europa Press: “Sinceramente, ci sono tanti problemi nel mondo e in Spagna. Perché resuscitarlo? Io dico che l’hanno resuscitato. Lasciarlo in pace era meglio, la maggior parte della gente, dei politici, la pensa così, sono ormai passati 40 anni dalla morte, ha fatto ciò che ha fatto, lo giudicherà Dio. Non aiuta a vivere meglio ricordare ciò che ha provocato una guerra civile“.
Il Nunzio ha spiegato che ha “provato” a mediare, da quando il presidente Sanchez ha annunciato il progetto della riesumazione, poiché i resti si trovano nel Valle de los Caidos, dove vivono alcuni monaci benedettini. “La Santa Sede ha avuto una posizione neutrale” sulla vicenda, “è più un problema che riguarda la famiglia Franco e il governo”, ha precisato. Per Fratini, dietro alla riesumazione risiedono “motivi soprattutto politici” e “ideologici” di chi vuole “tornare a dividere la Spagna”.
La figura del dittatore “dopo l’annuncio della riesumazione è stata esaltata, le visite sono aumentate, il problema è tornato”, ha attaccato il Nunzio. In ogni caso, ha poi precisato, il Vaticano “non si oppone” al progetto: se i resti dovessero essere trasferiti – per ora il Tribunale supremo ha sospeso la riesumazione – il Nunzio non si opporrebbe alla “eventuale decisione del governo di seppellirli nel cimitero del Pardo (dove sono tumulati i resti di personalità illustri, ndr) sempre nel rispetto dei diritti e della volontà della famiglia”.
“La cattedrale della Almudena sarebbe una scelta peggiore”, ha quindi aggiunto Fratini perché nel caso in cui la salma venisse tumulata nella basilica, che si trova nel centro di Madrid, c’è il rischio “pellegrinaggi” e bisogna evitare che “la gente vada lì”. Il Nunzio chiede di “dimenticare il male” perché sennò “torna il conflitto, la guerra civile”: “Alcuni chiamano Franco dittatore, alcuni dicono che ha liberato la Spagna dalla guerra civile, che ha risolto un problema. Non continuiamo a discutere se avesse torto o ragione”, ha concluso.