Nel 2018 il volume di compravendite di immobili residenziali in Italia ha raggiunto quota 578.647 scambi, con una crescita del 6,5% rispetto all’anno precedente: come riporta un recente articolo di Immobiliare.it, nel 2018 comprare casa è stato possibile per il 78% delle famiglie italiane, percentuale che nel 2012 era invece ferma al 47%.
Lo conferma il Rapporto annuale dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, secondo il quale questo risultato si deve principalmente a tre fattori: mutui con tassi di interesse ai minimi, prezzi in costante calo e un reddito disponibile leggermente maggiore.
L’Emilia-Romagna è la regione che fa da traino, con un incremento dell’11,3% reso possibile soprattutto dalla performance di Bologna: nel Capoluogo le compravendite sono cresciute del 10,2%. Seguono a ruota le Marche (+10,2%) e il Veneto (+10%). Solo in Basilicata emerge un’inversione di tendenza, con un calo delle transazioni del 5,9%.
C’è poi un altro dato da tenere in considerazione: l’indice di affordability, che sintetizza l’analisi dei diversi fattori che influenzano la possibilità per una famiglia di acquistare un’abitazione al prezzo di mercato attraverso un mutuo. Se la media nazionale è del 14,6%, non mancano le differenze nelle varie zone della Penisola: in Molise si arriva al 20% mentre in Liguria il valore non supera il 10%, complice probabilmente la presenza di molte seconde case. Anche la Lombardia rimane sotto la media, soprattutto in relazione al fatto che il maggior reddito disponibile non è in grado di compensare l’aumento dei prezzi delle abitazioni.
Eppure, sono propri i costi in costante ribasso a destare le maggiori preoccupazioni, all’interno di un mercato immobiliare che appare comunque in buona salute. Al momento si vive una fase di stagnazione, ma con una tendenza ancora in negativo. Un ruolo importante lo gioca il perdurare della crisi economica e l’aumento della tassazione a partire dal 2011: proprio in quell’anno, con l’introduzione dell’Imu, il calo delle cifre sugli annunci di vendita è stato più marcato.
Il Rapporto fornisce poi una cosiddetta “stima di larga massima” del valore delle compravendite: facendo riferimento alla banca dati delle quotazioni Omi si nota che la quota supera i 94 miliardi di euro all’anno, 53 dei quali solo al Nord. Gli acquirenti puntano soprattutto ad appartamenti tra i 50 e gli 85 metri quadri, anche se si nota una crescita per gli immobili al di sopra dei 145 metri quadri.
Il dato stonato riguarda invece i giovani, che sono la categoria che incontra le maggiori difficoltà al momento di comprare una casa. Redditi inferiori alla media e lavori spesso precari allontanano le possibilità di possedere un’abitazione di proprietà.