Maggioranza battuta alla Camera e seduta sospesa. In una votazione segreta per la modifica dell’articolo 315 del Codice di procedura penale, il governo è andato sotto per due voti, 242 contro 240. A passare contro il parere del governo un emendamento del Pd (Costa-Miceli) relativo alla proposta di legge avanzata da Forza Italia che modifica il Codice di procedura penale in materia di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati. Dopo la votazione, il Movimento Cinque Stelle ha chiesto una sospensione, proposta approvata dall’Aula con appena sette voti di scarto.

Le due forze di maggioranza vanno quindi sotto non a Palazzo Madama, dove le espulsioni di alcuni senatori dissidenti pentastellati hanno ristretto il margine, ma a Montecitorio dove in teoria contano su una base solida. A pesare sono stati i 99 assenti  al momento del voto, ma a risultare decisivi sono risultati almeno 5 franchi tiratori. Secondo i tabulati della votazione erano presenti 88 (su 125) deputati della Lega e 157 (su 216) del Movimento 5Stelle, in tutto 245 parlamentari della maggioranza che hanno votato. I contrari alla norma, su cui il governo aveva dato parere negativo, sono stati però 240, contro i 242 che hanno dato il via libera all’emendamento.

E resta da capire come hanno votato i tre deputati del Maie, che spesso in questa legislatura votano con la maggioranza. Il gruppo parlamentare più numeroso in percentuale è stato il Pd con 98 deputati su 110, seguiti da 84 forzisti su 104, 25 di Fratelli d’Italia sul complesso di 33, 21 del gruppo Misto (cinque in meno del totale) e 9 sui 14 di Leu. Dai tabulati emerge, inoltre, che nella Lega c’erano 24 deputati in missione e 31 tra i 5 Stelle.

Il contenuto della norma è stato spiegato da Renato Brunetta di Fi: “L’emendamento dice che avvalersi della facoltà di non rispondere è un diritto e non inficia il diritto ad avere un risarcimento”. In precedenza, invece, “una volta che l’imputato era stato assolto e aveva chiesto il risarcimento, il risarcimento non veniva dato perché l’imputato nella fase iniziale si era avvalso della facoltà di non rispondere”.

Al di là della questione tecnica – alla quale Lega-M5s contano di riparare rivedendo l’intero corpo del testo – sulla quale è inciampata la maggioranza, resta un segnale di scarsa compattezza che era semmai pronosticabile durante una votazione al Senato, non a Montecitorio. “Il governo è assente, non ci sono i numeri. Fanno molti proclami ma sono fragili, si vede da queste cose”, ha detto il capogruppo del Partito democratico Graziano Delrio. Quello dell’ex ministro è solo una delle voci critiche provenienti dal Pd: “Il governo va sotto alla Camera su un emendamento sulla ingiusta detenzione. I 5Stelle chiedono allora la sospensione della discussione e la richiesta viene approvata per soli 7 voti di differenza… Maggioranza debole, confusione tanta!”, ha scritto su Twitter Emanuele Fiano.

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