Roma non riesce a smaltire 300 tonnellate di rifiuti delle 2.800-2.900 che produce ogni giorno. Che diventano 650, se si considera anche il gap da recuperare per i guasti a Rocca Cencia e i “debiti” verso il vicino Abruzzo. Questo (anche) perché i vari impianti privati di cui si serve la Capitale hanno deciso – per motivi diversi ma tutti nello stesso momento – di abbassare il quantitativo che sono disposti ad accettare. E dal 31 luglio anche il contratto in essere con la Regione Abruzzo arriverà a scadenza. “Serve un’ordinanza della Regione che imponga l’aumento della trasferenza”, ha affermato la direttrice del Dipartimento Ambiente, Laura D’Aprile, in una lettera inviata al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, di cui Ilfattoquotidiano.it è in possesso. “Prima qualcuno dovrebbe decretare uno stato d’emergenza”, rispondono fonti della Regione Lazio – interpellate dalla nostra testata – evocando un provvedimento governativo che darebbe possibilità di requisire gli impianti, ma che ad oggi risulta improbabile, perché rappresenterebbe un fallimento per le politiche ambientali degli enti locali romani, Campidoglio in primis.

REGIONE: “TROVATI IMPIANTI DISPONIBILI” – Una mossa che alla fine non è stata necessaria, perché la Regione ha fatto sapere di aver trovato la disponibilità di diversi impianti a Frosinone, Viterbo e Latina: ora Ama si dovrà accordare con le strutture che sceglierà per le quantità da conferire. Nella missiva sono esplicati nel dettaglio anche i numeri della “criticità” – che i neo consiglieri d’amministrazione di Ama, martedì mattina in commissione Trasparenza, hanno per la prima volta definito “emergenza” – anche il ministero viene bacchettato per non aver mai fatto pervenire agli uffici capitolini i risultati della cabina di regia chiusasi a inizio gennaio. Anche se la società che gestisce la raccolta dei rifiuti conta di risolvere il problema “entro la fine dell’anno”. E nel dibattito politico si fa sentire anche la voce del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che assolve Virginia Raggi: “A volte a Roma il legame tra politica e manager delle partecipate scricchiola un po’, non dai tempi attuali ma anche prima. Non possiamo prendercela oggi con la Raggi, il tema è che serve un ribaltamento totale delle logiche. Rimane il fatto che in genere ci vogliono dieci, dodici anni di lavoro, non c’è altra possibilità”.

I TMB PRIVATI FRA GUASTI E MANUTENZIONI – Messi insieme, i dati sciorinati dalla dirigente capitolina presentano un quadro molto negativo. “A partire dal mese di aprile – si legge nella lettera – vi sono stati significativi decrementi delle capacità di trattamento da parte di alcuni impianti contrattualizzati da Ama Spa”, la municipalizzata capitolina che gestisce i rifiuti in città. Nello specifico, “il Tmb di Malagrotta (di proprietà del Colari di Manlio Cerroni, ndr) ha ridotto la propria capacità di trattamento di 200 tonnellate al giorno per il periodo 25 aprile-25 maggio e di 500 t/g per il periodo 26 maggio-13 settembre per manutenzione straordinaria”. E ancora: “Il Tmb di Rida Ambiente (dell’emergente imprenditore di Aprilia, Fabio Altissimi, ndr) dal 20 maggio scorso ha ridotto la capacità di 1.000 t/settimana (140 al giorno, ndr)”, il Tmb Ecologia Viterbo “dal 26 aprile scorso ha ridotto di 700 t/settimana (100 al giorno, ndr) i conferimenti”. A ciò si aggiunga, si legge “che a partire dal 1 luglio si verificheranno ulteriori riduzioni nelle capacità di alcuni impianti che, fino ad oggi, hanno fornito supporto incrementando i conferimenti e, in particolare, il Tmb Deco Spa in Abruzzo, in ottemperanza ad un’ordinanza regionale inerente altra criticità territoriale, e il Tmb Saf per un guasto”. Insomma, tutti gli impianti cui Ama normalmente si rivolge per trattare i rifiuti, stanno dando forfait parziali. A complicare le cose ci si mette anche Acea, il cui inceneritore di San Vittore (Frosinone) “sarà oggetto di attività manutentiva per 3 settimane con decremento delle capacita’ del 30%”.

CENTINAIA DI TONNELLATE IN STRADA – Ma il peggio deve ancora venire. “Il contratto Deco, sulla base dell’accordo regionale rinnovato nel 2018”, dopo l’incendio al Tmb Salario, “prevede una capienza massima per il 2019 che è già quasi in esaurimento, con termine previsto entro il mese di luglio prossimo”. I conti sono presto fatti. “A fronte di una capacità di trattamento – scrive D’Aprile – contrattualizzata da Ama Spa pari a circa 19.160 tonnellate a settimana (3.100 t/g), la capacità di trattamento effettivamente erogata dagli impianti è pari a 15.590 t/s (pari a circa 2.505 t/g)” determinando un deficit di fabbisogno “pari a circa 300 tonnellate al giorno”. Un conto che però non tiene conto della necessità di recuperare il guasto al Tmb di Rocca Cencia di fine maggio “con conseguente fermo di 3 giorni (150 t/g) e la copertura verso Deco Spa (200 t/g)”, per un totale di “circa 650 t/g”.

FRA “COMPLOTTO” E REALTÀ – “Potrei anche pensare che ci sia un accordo per mettere in difficoltà Roma”, ha detto questa mattina in commissione Trasparenza uno dei neo consiglieri di Ama, Massimo Ranieri. “Abbiamo contattato alcune ditte che ancora devono risponderci – ha aggiunto – e stiamo contattando intermediari di rifiuti per portarli oltre confine ma in via ordinaria dovremmo fare una gara”. “C’è una emergenza nel servizio – ha poi ammesso il nuovo ad, Paolo Longoni – c’è una emergenza organizzativa perché l’organizzazione interna è da migliorare, c’è una emergenza finanziaria perché la società ha problemi di risorse finanziarie. C’è molto che non funziona e che deve essere sistemato”. E ancora: “Non è vero che la raccolta differenziata costa di meno, quando si lavora in emergenza costa tutto di più. Esiste un piano industriale che non ci soddisfa, è da riformulare e migliorare: entro l’autunno contiamo di predisporlo e presentarlo. Se dobbiamo presentare le favole le scriviamo, se vogliamo scrivere qualcosa di concreto bisogna partire dalla realtà, non da qualcosa che si voleva fare e non si è riusciti a fare”.

SCARICABARILE COMUNE-REGIONE – Se il M5S Roma continua ad attaccare la Regione Lazio guidata dal segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, evidenziando come il nuovo piano rifiuti – e dunque la possibilità di realizzare nuovi impianti – sia ancora lontano dall’essere approvato, a via Cristoforo Colombo scaricano tutte le responsabilità sul Campidoglio. “Il problema attuale non è legato al conferimento – ha detto Zingaretti, contraddicendo i numeri messi in risalto dagli uffici capitolini – ma più alla gestione del ciclo della raccolta, della gestione, dei centri di trasferenza e di come questi riescono a operare nel territorio comunale”. Sull’esortazione di D’Aprile, “abbiamo scritto per quanto riguarda l’impiantistica regionale a tutte le società del Lazio per verificare la possibilità di aumentare la quantità di materiale già trasferito. Ringrazio convintamente tutti quei sindaci, quegli amministratori, quei cittadini dei territori del Lazio che da anni ospitano e ricevono i rifiuti della Capitale”.

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