Oltre 120mila euro di donazioni per i terremotati dirottati sul proprio conto privato e su quello di società da lui gestite. In totale sette episodi, uno di peculato e sei di abuso d’ufficio. Sono le accuse formulate dalla procura di Macerata al termine delle indagini che vedono coinvolto l’ex sindaco di Visso e senatore leghista, Giuliano Pazzaglini. “Le indagini hanno accertato che ho fatto il bene della comunità senza avere alcun ritorno personale – ha commentato l’ex primo cittadino a ilfattoquotidiano.it – Nel fascicolo ho trovato tutto ciò che serve per dimostrare la mia buona fede”.

I presunti illeciti, contenuti nell’avviso di chiusura indagini consegnato al senatore, si riferiscono a fatti del 2017, quando ancora Pazzaglini era sindaco del piccolo paese marchigiano al centro del cratere sismico del 2016. All’appello, secondo gli ultimi riesami condotti dalla Guardia di Finanza su ordine del procuratore capo Giovanni Giorgio, come riporta il Resto del Carlino, mancherebbero diverse piccole donazioni e una più consistente di circa 90mila euro da parte di Emilbanca

La contestazione per peculato riguarda una somma di poco più di 10mila euro, raccolta a favore dei commercianti grazie a un’iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi e dai motoclub Amici di strada e New Riders. La cifra è già stata messa sotto sequestro lo scorso gennaio, quando la procura ha notificato la chiusura di un primo filone di indagine. Diversi invece i casi di abuso d’ufficio, sempre relativi al denaro raccolto per il Comune di Visso.

Secondo le indagini Pazzaglini avrebbe chiesto ai benefattori di versare i soldi sui conti di due società, la Sibil Iniziative, di proprietà di Giovanni Casoni, ex presidente della Croce Rossa locale, ora commissariata, anche lui indagato in concorso con Pazzaglini, e la Sibil Project, intestata allo stesso senatore e a Casoni. Secondo la Procura, il leghista avrebbe detto ai donatori che versando le somme direttamente nelle casse comunali ci sarebbero state difficoltà operative. Pazzaglini è accusato anche di truffa per un assegno di una donazione, dal valore di 2000 euro, incassato in banca dalla compagna di Casoni, Loredana Remigi, eletta nel consiglio comunale di Castelsantangelo sul Nera alle ultime amministrative di maggio ai banchi di opposizione (era la candidata a Sindaco per la lista della Lega).

Il senatore, raggiunto al telefono da ilfattoquotidiano.it, si dice tranquillo. Ha ancora qualche giorno per depositare delle memorie difensive o chiedere un interrogatorio per affermare la sua posizione. “Aspetterò la decisione del pm – ha spiegato – Potrei chiedere ulteriori indagini ma da quello che ho visto non serve perché nel fascicolo c’è già tutto per dimostrare la mia totale buona fede e innocenza rispetto alle accuse ipotizzate. Le indagini hanno accertato che ho solo reso un servizio alla mia comunità”.

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