Il titolare del dicastero alla Giustizia ha chiesto un controllo dopo l'inchiesta Angeli&Demoni. Interrogato l'ex sindaco di Bibbiano Carletti e il psicoterapeuta Claudio Foti. I legali: "Lettura distorta di una normale collaborazione"
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha inviato gli ispettori, guidati dal capo dell’ufficio Andrea Nocera, al tribunale dei Minori di Bologna e, successivamente, hanno avuto un incontro in procura a Reggio Emilia. L’iniziativa, richiesta dal Guardasigilli, nasce in seguito all’inchiesta Angeli&Demoni sul presunto sistema di affidi illeciti di minori. “Stiamo vigilando sull’operato della magistratura e stiamo analizzando i dati che arrivano sul caso”, ha detto il ministro durante il question time. “Stiamo ipotizzando di incrociare i dati che arrivano agli uffici giudiziari per verificare in maniera stringente l’andamento delle situazioni degli affidi ai minori e individuare le situazioni critiche. Non ci sarà nessuno sconto da parte della giustizia“.
Intanto questa mattina, in Tribunale a Reggio Emilia, è stato interrogato il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, attualmente agli arresti domiciliari con le accuse di falso e abuso d’ufficio. Il primo cittadino è stato interrogato dal gip Luca Ramponi e dalla pm Valentina Salvi. Il suo avvocato, Giovanni Tarquini, ha chiesto la revoca della misura cautelare e ha assicurato che il cliente ha fornito chiarimenti sulla sua posizione. Il gip si è riservato di decidere, ma il suo parere è condizionato a quello della pm che si è presa un paio di giorni per decidere. Oggi, oltre al primo cittadino, dovevano essere ascoltati altri sei indagati. Fadia Bassmaji e Daniela Bedogni, coppia omosessuale affidataria di una minore si è avvalsa della facoltà di non rispondere, così come Marietta Veltri, responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza. La difesa di Veltri ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari.
Subito dopo è stato sentito Claudio Foti, psicoterapeuta del centro di Torino ‘Hansel&Gretel’. Nell’aula, a porte chiuse, Foti, diversamente da quanto appreso in precedenza, ha risposto alle domande del gip e del sostituto procuratore Valentina Salvi. “E’ stata data una lettura distorta della normale collaborazione”, hanno riferito i suoi avvocati difensori Andrea Coffari e Annalisa Guano a margine dell’udienza. “Foti fatturava le sue prestazioni direttamente alle famiglie prese in carico e, di certo, non era a conoscenza delle regole degli appalti in questione”. I due legali avevano già preannunciato di voler chiedere la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.