TikTok è un’app famosissima fra adolescenti e preadolescenti, per la condivisione di brevi video musicali amatoriali. Nelle ultime ore è stato ufficialmente confermato che l’azienda produttrice, il colosso cinese ByteDance, è sotto indagine nel Regno Unito per possibile violazione della legge sulla protezione dei dati, in merito alla gestione della privacy e della sicurezza dei minorenni.
Non è la prima volta che l’app si trova nell’occhio del ciclone, perché come ricorda il prestigioso quotidiano The Guardian, la Federal Trade Commission statunitense ha condannato ByteDance a una multa di 5,7 milioni di dollari per violazione della legge sulla privacy dei minorenni. In particolare, sulla piattaforma era registrata una percentuale significativa di minori di 13 anni.
Ora tocca al Regno Unito, dove il commissario per l’informazione Elizabeth Denham ha confermato alla commissione parlamentare che le indagini sono in corso da febbraio. “Stiamo esaminando il sistema di messaggistica, che è completamente aperto, stiamo osservando il tipo di video raccolti e condivisi dai bambini online. In questo momento abbiamo un’indagine attiva aperta su TikTok”.
A destare preoccupazione, quindi, non è solo la struttura generale dell’app e la modalità di raccolta dei dati personali degli utenti, ma anche il fatto che il sistema di messaggistica possa consentire a qualsiasi adulto di inviare messaggi a qualsiasi bambino. Un rischio notevole per i minori considerata la presenza di pedofili online, oltre a una potenziale violazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, General Data Protection Regulation) che “richiede all’azienda di fornire servizi e protezioni diverse per i bambini“.
Nonostante quanto accaduto negli USA, inoltre, secondo il presidente delle Federal Trade Commission, Joe Simons, non sarebbe ancora stato attuato un sistema per chiedere il consenso dei genitori prima di collezionare nomi, indirizzi e-mail e altre informazioni personali ad utenti di età inferiore a 13 anni. Secondo la normativa europea vigente, un’azienda che viola il GDPR può essere condannata a multe fino al 4% delle entrate, circa 20 milioni di euro nel caso di Bytedance.
The Guardian riporta la dichiarazione ufficiale dell’azienda, in cui assicura che intende collaborare “con organizzazioni come l’ICO per fornire informazioni pertinenti al nostro prodotto, a supporto del loro lavoro” e “garantisce che i principi di protezione dei dati sono considerati prioritari per TikTok”.