David Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo. È stato eletto da socialisti, popolari e liberali dopo una prima fumata nera in cui gli erano mancati 7 voti per raggiungere la maggioranza assoluta. All’europarlamentare dem, ex giornalista, vicedirettore e conduttore del Tg1, sono andati 345 voti, 11 in più rispetto a quelli necessari per il quorum. Tra i partiti italiani, solo il Pd l’ha votato. Forza Italia si è astenuta, mentre Lega e Fdi hanno votato per Jan Zahradil (Conservatori Ecr). Il Movimento 5 Stelle ha invece lasciato libertà di coscienza.
L’elezione al secondo turno – 704 i voti espressi al secondo turno, 37 schede bianche o nulle. Ska Keller dei Verdi ha ottenuto 119 voti (133 al primo turno), molti di più dei deputati del gruppo (74), Sira Rego della sinistra Gue/Ngl 43 (42 al primo scrutinio, col gruppo che conta 38 eurodeputati), Jan Zahradil dell’Ecr 160 (il gruppo ha 64 parlamentari). Già vicepresidente del Parlamento Ue, l’eurodeputato dem a Bruxelles dal 2009 succede ad Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Già da ieri era dato per favorito e al primo turno, con 325 preferenze, era stato comunque il candidato più votato. Al centro del suo discorso di insediamento la riforma delle istituzioni europee che “seppure imperfette ci hanno garantito la libertà” e il cambio del regolamento di Dublino. “Il Consiglio europeo – ha detto – ha il dovere morale di discutere la proposta del Parlamento di riforma del regolamento di Dublino perché sapete quanta tensione si crei attorno alla non gestione della questione migratoria: i cittadini si chiedono l’Ue dov’è. L’Europa si deve attrezzare e i governi devono trasferire un po’ di potere all’Europa, devono collaborare di più”. E a pochi giorni dal caso Sea Watch il nuovo presidente dell’Eurocamera aggiunge: “Il dialogo tra il Parlamento e le ong penso sia costante e normale. Sono qui da dieci anni e le ong sanno che la porta del Parlamento europeo è sempre aperta: la apriremo ancora di più. Il dialogo delle ong sarà garantito e assicurato. Come si può essere un Parlamento dei cittadini – aggiunge – se non ci si apre alla società civile, agli interessi legittimi delle lobby, e soprattutto ai cittadini?”. Poco prima dell’annuncio dell’elezione, Emanuele Fiano aveva dato notizia alla Camera dei deputati della vittoria di Sassoli, seguita in aula da un lungo applauso. E anche il segretario Pd Zingaretti ha esultato su Twitter: “Vittoria! David Sassoli presidente del Parlamento Europeo. Un Italiano del Pd tra le massime figure delle istituzioni europee. Il governo italiano ha fatto danni e ci ha isolato. Il Pd c’è e conta, al servizio delle Istituzioni e del nostro Paese”.
L’elezione dei vicepresidenti del Parlamento Ue – Nel pomeriggio l’aula ha votato anche i 14 vicepresidenti del Parlamento europeo. Con 661 voti validi (41 schede erano nulle) e la maggioranza assoluta necessaria per l’elezione di 331, al primo turno sono stati eletti 5 popolari, 3 socialisti, 2 liberali (di Renew Europe, la nuova formazione nata dalla fusione di Alde e En Marche) e un verde. Tra di loro, viene riconfermato con 248 voti il Cinquestelle Fabio Massimo Castaldo (non iscritti), già vicepresidente nella passata legislatura. Gli altri 13 sono Mairead McGuinness (Ppe, 618 voti), Pedro Silva Pereira (Pse, 556), Rainer Wieland (Ppe, 516), Katarina Barley (Pse, 516), Othmar Karas (Ppe, 477), Ewa Bożena Kopacz (Ppe, 461), Klara Dobrev (Pse, 402), Dita Charanzova (Renew Europe Group, 395), Nicola Beer (Renew Europe Group, 363), Lívia Jaroka (Ppe, 349), Heidi Hautala (Verdi, 336), Marcel Kolaja (Verdi, 426) e Dimitrios Papadimoulis (Gue, 401). “Questo risultato è un riconoscimento del buon lavoro svolto durante la scorsa legislatura dal Movimento 5 Stelle all’interno del Parlamento europeo – ha commentato l’esponente pentastellato – È la prima volta nella storia del Parlamento europeo che un deputato dei non iscritti viene eletto vicepresidente. Lavorerò per trasformare questa Istituzione in una casa di vetro sempre più accessibile a tutti i cittadini”. Poi ha aggiunto: “Chi ci criticava affermando che il Movimento 5 Stelle è isolato in Europa adesso dovrà ricredersi. Il dialogo per la formazione di un nostro gruppo e il confronto con le altre delegazioni per la futura collocazione europea del Movimento 5 Stelle va avanti. Con orgoglio, ma anche con grande responsabilità, continueremo a rappresentare al meglio i nostri cittadini e l’Italia in Europa”.
Critiche da parte della Lega che punta il dito contro il neoeletto presidente David Sassoli, accusato di aver penalizzato il Carroccio e la sua candidata Mara Bizzotto. In protesta, il gruppo Identità e Democrazia di cui fa parte il partito di Matteo Salvini ha lasciato l’aula. L’accusa è non aver garantito diritto di tribuna al gruppo: “Sassoli, dopo aver professato democrazia, ha scelto di ostracizzare i partiti che hanno un’idea diversa”, ha detto il presidente di Id Marco Zanni. “Sassoli ha creato un cordone sanitario contro di noi e dimostrato come non sia il presidente di tutti, è una dittatura della maggioranza“. Poi aggiunge: “Questa è l’idea di democrazia che hanno. Siamo contenti perché non faranno che aumentare il divario dai cittadini. Ancora una volta hanno dimostrato quanto siano distanti dalla gente. È la dimostrazione di come andrà avanti ancora l’istituzione, ostracizzando chi ha un’idea diversa. Ma noi pian piano arriveremo alla maggioranza. Vengono esclusi partiti votati da decine di milioni di cittadini europei. Ne trarranno le conseguenze i cittadini, noi continueremo a combattere contro questi incapaci”.
Nazionalismi, regolamento di Dublino e istituzioni da riformare: il discorso – Subito dopo l’elezione, Sassoli ha pronunciato il suo discorso in plenaria, ricordando che l’Europa si fonda sulle sue istituzioni che, seppure “imperfette e da riformare, ci hanno garantito la nostra libertà e indipendenza“. Ha ringraziato Tajani per il lavoro svolto e ha sottolineato l’urgenza di riformare il regolamento di Dublino. Il testo approvato dal Parlamento europeo prevedeva “il ricollocamento automatico e permanente obbligatorio per tutti gli Stati” ma il negoziato si è arenato in Consiglio europeo. Nella passata legislatura la Lega non ha mai partecipato al dibattito in commissione, ma nel contratto di governo è stata inserita “la revisione del Regolamento di Dublino e l’equa ripartizione dei migranti tra tutti i Paesi dell’Ue”. “Signori del Consiglio Europeo, questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’Aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura. Lo dovete ai cittadini europei – ha continuato – che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri; lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo. Molto è nelle vostre mani e con responsabilità non potete continuare a rinviare le decisioni alimentando sfiducia nelle nostre comunità, con i cittadini che continuano a chiedersi, ad ogni emergenza: dov’è l’Europa? Cosa fa l’Europa? Questo – conclude – sarà un banco di prova che dobbiamo superare per sconfiggere tante pigrizie e troppe gelosie”.
“Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”. Per Sassoli all’Europa serve “recuperare lo spirito dei padri fondatori“, “coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente” e “rilanciare gli investimenti sostenibili”. “In questi mesi, in troppi – ha detto Sassoli – hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia. I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi”.
L’esponente del Pd ha sottolineato la volontà e l’impegno per incrementare “la parità di genere” e favorire “un maggior ruolo delle donne ai vertici dell’economia, della politica e del sociale”. “Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento“, ha aggiunto. Poi, riferendosi al nuovo parlamento appena insediato che vede il 63% degli eurodeputati alla prima legislatura, dà il “benvenuto anche alle donne che rappresentano il 40% di tutti noi. È un buon risultato ma noi vogliamo di più”.