Il ministero ha firmato la richiesta al Ministero dell’Economia di autorizzazione ad assumere in ruolo 58.627 docenti per il prossimo anno scolastico. Di questi, 14.552 saranno maestri e professori di sostegno. Un contingente che a detta dei sindacati non sarà sufficiente a coprire tutte le cattedre. “Il nostro obiettivo – spiega il ministro Marco Bussetti – è avere tutti gli insegnanti in classe dal primo giorno di scuola. Siamo convinti sia doveroso nei confronti dei nostri ragazzi. Stiamo lavorando per concludere con largo anticipo tutte le procedure necessarie per avviare il nuovo anno. Abbiamo anticipato di un mese la mobilità degli insegnanti. Ora procederemo rapidamente con le assunzioni e, subito dopo, con le supplenze. Siamo al lavoro per i nostri studenti, al servizio della scuola”.
Parole e numeri che non sono piaciute a Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: “Con un tweet, nel tardo pomeriggio del 2 luglio, il ministro Marco Bussetti ha annunciato di aver richiesto l’autorizzazione per l’immissione in ruolo di 58.627 docenti, di cui 14.552 di sostegno. Ovviamente si tratta di una notizia positiva perché risponde alle esigenze lavorative di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici ed è inoltre presupposto per fornire alla scuola risorse nuove a garanzia della continuità dell’insegnamento e quindi della qualità del lavoro, anche se ciò non basterà a colmare il numero di cattedre lasciate vuote a settembre 2019 che, anche per effetto di Quota 100, saranno circa 80mila, senza contare i 60mila posti in organico di fatto in deroga”.
Per la Cgil questa prospettiva rende ancora più urgente il varo normativo della fase transitoria definita con l’intesa dell’11 giugno la cui attuazione è già in grave ritardo. “La stessa urgenza – prosegue Sinopoli – la chiediamo per l’attuazione della fase transitoria per gli assistenti amministrativi che hanno svolto incarichi da Dsga negli ultimi anni e per i quali abbiamo già presentato una richiesta precisa all’Ufficio di Gabinetto del ministro e il piano di assunzioni del personale Ata di cui ancora non si ha ancora alcuna notizia”. Dello stesso parere Lena Gissi della Cisl: “C’è da augurarsi che il Consiglio dei ministri recuperi la dovuta attenzione al problema del reclutamento dei docenti, oggetto di un’intesa tra sindacati e Miur che andrebbe attuata quanto prima, per ragioni di urgenza che è stato lo stesso ministro Bussetti a rappresentare all’esecutivo nei giorni scorsi, ma evidentemente senza ottenere sufficiente ascolto”.
La Cisl ha più volte richiamato la necessità di azioni volte a dare più stabilità al lavoro nella scuola, in presenza di un’area di precarietà che costituisce un punto di debolezza per l’intero sistema, un’emergenza da affrontare e risolvere in tempi brevi, per arrestare un trend in continuo aumento dei contratti a termine. “I numeri parlano chiaro: già lo scorso anno – spiega Lena Gissi – non si sono potuti coprire 30mila posti per mancanza di aspiranti nei canali utilizzabili per le assunzioni, ora i posti vacanti sono diventati oltre 64mila, se non si interviene subito si riproporrà, chissà per quanto ancora, il consueto scenario, fatto di ricorso abnorme al lavoro precario (si sfiorano i 200mila), una condizione che fra l’altro mina alla radice quella continuità didattica spesso invocata a parole e compromessa nei fatti”.