Huawei sfida Apple proponendo gli auricolari true wireless FreeBuds Lite a 60 euro. Esteticamente assomigliano agli AirPods, sono di qualità, impermeabili e comodi da trasportare. L'app funziona solo con Android e la sincronizzazione audio/video non è ineccepibile.
Chi è alla ricerca di un paio di auricolari true wireless senza spendere cifre da capogiro può dare un’occhiata ai nuovi FreeBuds Lite di Huawei, un modello che ha un prezzo di listino di 129 euro, ma si trovano già online a quotazioni comprese fra 60 e 70 euro. Offrono un’esperienza utente convincente e una serie di comode funzionalità, a fronte però di un’integrazione software non paragonabile a quella del prodotto di riferimento del mercato, gli Apple AirPods. Chi comunque si avvicina per la prima volta a questo tipo di prodotto e non vuole investire troppo, con le FreeBuds Lite trova un buon rapporto qualità/prezzo.
Esteticamente è impossibile non notare la somiglianza fra gli AirPods e i FreeBuds Lite, che hanno la classifica forma allungata e colore bianco (è disponibile anche la variante cromatica nera). Maneggiando gli auricolari di Huawei si ha una sensazione di solidità, nonostante il materiale costruttivo sia plastica. Da apprezzare la certificazione IPX4 che permette di indossarli anche se piove e durante l’attività sportiva.
A differenza degli AirPods di Apple, però, questi sono in-ear, ossia chiudono ed isolano completamente l’orecchio. L’indossabilità è un parametro molto personale, dettato dall’abitudine e dalla conformazione del padiglione auricolare. Per quel che ci riguarda li abbiamo trovati decisamente più confortevoli del modello Apple perché restano più saldamente in posizione.
La comodità di trasporto è uno dei punti di forza degli auricolari Huawei: la dotazione comprende una custodia abbastanza compatta, che sta in ogni tasca, e offre la possibilità di ricaricare i FreeBuds Lite in mobilità. Sembra un dettaglio secondario, ma per chi usa un prodotto di questo tipo la portabilità è un aspetto chiave. Sulla parte frontale, inoltre, c’è un LED che indica lo stato di carica.
Per accoppiare i FreeBuds Lite allo smartphone basta premere il pulsante fisico sul retro dell’astuccio, che serve anche per resettare gli auricolari in caso di necessità. L’unico appunto riguarda il connettore per la ricarica, che è micro-USB anziché USB-C.
Il sistema di controllo è paragonabile per efficacia e comodità a quello degli AirPods. Per avviare o interrompere la riproduzione basta un doppio tocco sull’auricolare destro. Per interpellare l’assistente vocale bisogna svolgere lo stesso gesto, ma sull’auricolare sinistro. Nelle prove abbiamo appurato che i gesti descritti funzionano sempre in maniera immediata.
Fa piacere riscontrare la presenza di un sensore di prossimità, che mette automaticamente in pausa la riproduzione musicale quando si sfila l’auricolare dall’orecchio. L’idea è buona, peccato che non funzioni anche al contrario: quando si rimette in sede l’auricolare, la riproduzione non riparte in automatico, e non c’è modo di rimediare intervenendo sul software di controllo.
Altro appunto è che la connessione fra gli auricolari e lo smartphone è Bluetooth 4.2, invece del più recente Bluetooth 5.0. Questo comporta un lieve ritardo della trasmissione del segnale audio, che emerge nella sincronia tra audio e video quando, ad esempio, si guarda una serie TV o un video su YouTube. In compenso la connessione risulta sempre stabile, e rispetto ai predecessori è nettamente migliorata grazie al recente aggiornamento software. Buona anche la velocità di accoppiamento con lo smartphone.
La qualità del suono è nella media. I toni bassi sono un po’ carenti, in compenso il volume di riproduzione è molto elevato, tanto impostare quasi sempre una percentuale nell’intorno del 50%. L’autonomia tocca le 3 ore con una singola carica, la custodia fornita in dotazione può ricaricare i FreeBuds Lite per altre tre volte in mobilità.
L’app dei FreeBuds Lite, oltre a consentire il controllo della carica residua, può essere usata anche per installare gli aggiornamenti software. Peccato che sia disponibile solo per sistemi operativi Android: chi ha un iPhone dovrà per forza usare il computer per installare gli aggiornamenti.