Per entrambi la Procura aveva chiesto 18 anni. All'udienza erano presenti anche i parenti della vittima, tra cui la mamma Fabiola Balardi: "Sono molto delusa. Sedici anni sono pochi, ma almeno quelli li faranno"
Sono stati condannati a 16 anni di reclusione dal tribunale di Cagliari i due minori che lo scorso 11 settembre avevano ucciso un 18enne, Manuel Careddu, che pretendeva da loro il pagamento di 300 euro di hascisc. Per entrambi la Procura aveva chiesto 18 anni. All’udienza, che si è svolta a porte chiuse come le precedenti, erano presenti anche i parenti della vittima, tra cui la madre Fabiola Balardi: “Sono molto delusa, sedici anni sono pochi, ma almeno quelli li faranno”. Con lei c’erano la sorella e la zia del 18enne, anche lei disperata per la pena troppo bassa. La giudice del tribunale dei minori, Michela Capone, dopo una camera di consiglio di circa 4 ore, ha pronunciato un verdetto articolatissimo che ha richiesto quasi un’ora di lettura: tra le altre cose nel dispositivo è stato specificato che le attenuanti sono state ritenute prevalenti, cosa che ha permesso lo sconto di due anni sulla pena minima prevista per l’omicidio premeditato.
I due condannati, un ragazzo e una ragazza che al momento del reato avevano rispettivamente 16 e 17 anni, avevano ucciso Careddu, sulle rive del lago Omodeo, nel cuore della Sardegna, massacrandolo e facendolo a pezzi, prima di seppellirlo nella campagna di Oristano. Lì 18enne pretendeva dai suoi assassini il pagamento di 300 euro di hascisc. I due erano accusati sia di omicidio volontario che di occultamento di cadavere, reati per i quali l’accusa aveva chiesto 18 anni di reclusione, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, così come previsto quando a commettere un reato sono dei minori. Il giudice, invece, ha deciso diversamente. Anche l’avvocato della famiglia della vittima, Luciano Rubattu, si dice deluso, ma aggiunge: “E’ comunque importante che sia stata accertata la nostra ricostruzione dei fatti e quella dell’accusa. Ora aspetteremo le motivazioni per decidere come muoverci”. Il legale del 17enne condannato, Gianfranco Siuni, si è invece detto sicuro di poter dimostrare in appello che per il suo assistito non ci fu premeditazione.
All’omicidio e all’occultamento del cadavere avevano partecipato altri tre ragazzi: Christian Fodde, fidanzato della minorenne condannata oggi, Riccardo Carta e Matteo Sanna. Domani a Oristano si terrà un’udienza del processo al tribunale di Oristano nel quale sono imputati.