È stata approvata oggi in Commissione sanità e politiche sociali dell’Assemblea toscana la legge regionale per i “diritti fondamentali”. Il passaggio successivo sarà farla arrivare in aula nella prossima seduta del Consiglio regionale. La proposta ribattezzata “Disposizioni per Tutela dei bisogni essenziali della persona umana” ha l’obiettivo di arginare il problema della gestione degli immigrati sul territorio attraverso il coordinamento delle strutture pubbliche e private.

La proposta di questa legge era stata assegnata alla Commissione lo scorso gennaio, in seguito alle normative introdotte dal Decreto Sicurezza che modificano la regolamentazione della permanenza di immigrati sul territorio nazionale. In particolare l’abolizione della protezione umanitaria, cioè il metodo più utilizzato dagli stranieri per ottenere il permesso di soggiorno, ha fatto sì che molti si trovassero in una condizione di irregolarità, senza alcun diritto e quindi esclusi dai programmi di integrazione e di accoglienza. L’impossibilità di effettuare tutti i rimpatri degli immigrati rimasti senza permessi ha creato un gran numero di irregolari con i quali Comuni e Regioni si sono trovati a fare i conti. La legge prevede dunque lo stanziamento di fondi per la garanzia di cure essenziali, di una dimora temporanea in condizioni di sicurezza e di un’adeguata alimentazione ed istruzione, attraverso l’intervento di amministrazione locale, enti del terzo settore e di volontariato.

A comunicare l’approvazione in Commissione della legge è la consigliera regionale Serena Spinelli, che aggiunge: “Mantenere quel sistema di accoglienza diffusa che in questi anni in Toscana ha garantito servizi e progetti di inclusione sociale e formazione. Perché, va detto con forza, accoglienza e integrazione si possono e si devono fare bene, ci sono tante cooperative e organizzazioni che lavorano con questo scopo.”

Anche da Fratelli d’Italia, il deputato Giovanni Donzelli e il consigliere regionale Paolo Marcheschi commentano la scelta della Commissione: “Si tratta di una legge bandiera” e, accusando il Pd di “regalare soldi per progetti che sono sempre falliti” e rivolgendosi al presidente dalla Regione Toscana Enrico Rossi, aggiungono: “Così fa peggio di Carola Rackete, perché non solo disobbedisce alla legge, ma lo fa utilizzando soldi pubblici”.

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