Paolo Franchino, 46 anni, responsabile della cooperativa I Cavalieri senza testa, è stato condannato dal Tribunale di Torino a tre anni e otto mesi di reclusione per maltrattamenti, abbandono di minori con disabilità e abuso di mezzi di correzione. Nei suoi confronti i giudici hanno anche stabilito l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e risarcimenti alle famiglie di quattro bambini
Bambini puniti severamente, lasciati sotto il sole estivo per ore, privati di cibo. Bambini persi, lasciati nel bosco senza che nessuno fosse avvertito. Per questi episodi e altri ancora è stato ritenuto responsabile dei maltrattamenti dei minori con disabilità che frequentavano il suo centro di ippoterapia. Paolo Franchino, 46 anni, responsabile della cooperativa I Cavalieri senza testa che gestiva il centro nel parco Monte San Giorgio a Piossasco (Torino), è stato condannato dal Tribunale di Torino a tre anni e otto mesi di reclusione per maltrattamenti, abbandono di minori e abuso di mezzi di correzione. Nei suoi confronti i giudici hanno anche stabilito l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e risarcimenti provvisionali tra i duemila e i diecimila euro alle famiglie di quattro bambini. Da un solo episodio di maltrattamenti, invece, è stato assolto.
A detta di molti genitori, dei carabinieri e del sostituto procuratore di Torino Fabiola D’Errico, Franchino trattava i bambini che frequentavano il suo centro con metodi molto spicci. Una madre aveva raccontato a Chi l’ha visto di aver trovato suo figlio “seduto su una sedia sotto il sole senza riparo e senza cappellino“. Era una punizione per aver tirato un sasso a un altro bambino. “Era lì da un’ora e mezza”, ricordava la madre aggiungendo che il bimbo era stato lasciato senza cibo. Paolo Franchino “aveva dato la sua merenda al cane e gli aveva buttato via l’acqua”. Un altro bambino, definito il “ragazzo del recinto”, era stato chiuso in un bungalow, legato a una sedia, oppure chiuso in un recinto delle galline o in quello dell’orto. Nel corso del processo tre testimoni hanno raccontato al giudice Potito Giorgio di aver assistito a una scena violenta: il gestore del centro stava picchiando uno dei giovani sul sedile posteriore di un’auto, poi lo ha trascinato a terra e lo ha lasciato su un prato. Infine si era messo alla guida per ripartire. Una donna di passaggio, una delle testimoni, dopo aver visto la scena ha suonato il clacson e così ha costretto Franchino a fermarsi, tornare indietro e riprendere il bambino.
C’è poi un altro episodio che ha destato scalpore. Un altro piccolo, al suo secondo giorno di frequentazione del centro, si era perso nel bosco: Franchino ha detto di averlo cercato in compagnia degli altri bambini e di non averlo trovato. Molte ore dopo alcune persone hanno ritrovato il bimbo e hanno chiamato i carabinieri, che il responsabile del centro ippoterapeutico non aveva mai allertato. Su Franchino, assistito dall’avvocato Chiara Luciani, sono sorti anche altri sospetti. Sebbene sia il gestore di un centro ippoterapico, avrebbe soltanto le abilitazioni come guida turistica a cavallo. Non proprio il tipo di preparazione per gestire un centro destinato a minori con disabilità.