Il procuratore generale di Cassazione, Riccardo Fuzio, è indagato dalla procura di Perugia per rivelazione di segreto d’ufficio. Secondo l’ipotesi di reato al vaglio dei magistrati umbri, il magistrato – che giovedì aveva comunicato il suo pensionamento anticipato – avrebbe raccontato al pm Luca Palamara alcuni dettagli sulla comunicazione giunta al Csm sull’inchiesta di cui era venuto a conoscenza grazie al consigliere Luigi Spina. L’iscrizione di Fuzio è scattata dopo la denuncia di alcuni sostituti procuratori di tre procure italiane depositate nelle scorse ore.
Negli scorsi giorni Fuzio si è recato al Quirinale e ha comunicato a Sergio Mattarella di aver deciso il pensionamento anticipato, istanza peraltro accettata dal Consiglio superiore della magistratura. Dal 20 novembre, quindi, Fuzio sarà in pensione. Una scelta fatta dopo che le sue conversazioni con Palamara sono state intercettate dal trojan installato sul telefono cellulare dell’ex presidente dell’Anam, finite nell’inchiesta di Perugia e pubblicate dai giornali.
Nella fattispecie, Fuzio ha confermato a Palamara l’esistenza dell’indagine su di lui da parte della procura umbra, con tanto di trasmissione degli atti al Csm. Non solo: l’ormai dimissionario procuratore generale di Cassazione ha rivelato anche il contenuto di quelle carte, in cui sono raccontati i dettagli delle regalie dell’imprenditore Fabrizio Centofanti in favore di Palamara, tra cui viaggi, soggiorni in hotel di lusso e regali per l’amica Adele Attisani.
L’incontro avvenne il 21 maggio scorso e venne intercettato con il trojan inserito nel cellulare del pm romano. Il pg, come lui stesso ha raccontato in una lettera inviata qualche giorno ai magistrati della procura generale della Cassazione, se lo ritrovò a “sorpresa” sotto casa. E interloquì con lui per “garbo caratteriale”, ma senza rivelargli nulla che a suo avviso non gli fosse già noto: “Non ho indicato né offerto al dottor Palamara alcuna notizia riservata, essendomi limitato a ribadire quello che già sapeva”, ha spiegato Fuzio ai colleghi nella missiva.
Sabato, come ha spiegato il presidente dell’Anm Luca Poniz, si riunirà il Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati che analizzerà la posizione del procuratore generale e deciderà se merita di essere deferito ai probiviri del sindacato delle toghe, come ha proposto martedì scorso la giunta. “I suoi membri faranno le loro valutazioni e prenderanno atto delle cose accadute. Io non ho titolo per anticipare le opinioni dei colleghi”, ha detto Poniz a Radio Anch’io.