Gli arresti, nel giro di pochi giorni, del presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, e del consigliere comunale di Ferno (Varese), Enzo Misiano, entrambi coinvolti in inchieste legate a infiltrazioni 'ndranghetiste nella pubblica amministrazione, hanno messo in dubbio gli anticorpi presenti l'interno del movimento guidato da Giorgia Meloni: "Stiamo crescendo. Ed è questo il momento in cui fare più attenzione"
“Stiamo crescendo. Ed è questo il momento in cui fare più attenzione. Diventiamo grandi, nel partito potrebbe entrare di tutto”. Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, chiama a rapporto i dirigenti territoriali. L’obiettivo è “aprire gli occhi“. Gli arresti, nel giro di pochi giorni, del presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, e del consigliere comunale di Ferno (Varese), Enzo Misiano, entrambi coinvolti in inchieste legate a infiltrazioni ‘ndranghetiste nella pubblica amministrazione, hanno messo in dubbio gli anticorpi presenti all’interno del movimento guidato da Giorgia Meloni. Partito che sin dalla sua fondazione, nel 2012, ha posto nel suo pantheon politico eroi dell’antimafia come Giovanni Falcone e, soprattutto, Paolo Borsellino. “Ma quegli anticorpi ci sono e funzionano”, sostiene, interpellato da ilfattoquotidiano.it, il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida. “Il nostro codice etico è ferreo, i due arrestati sono già stati sospesi dal partito”, dice. Il tema però esiste ed è attuale. A confermarlo è proprio Donzelli: “I nostri responsabili territoriali – spiega il deputato toscano – hanno il mandato di scremare con severità tutte le proposte di iscrizione al partito. In queste settimane, in varie regioni d’Italia, abbiamo respinto alcuni personaggi che avrebbero potuto portarci decine di migliaia di voti soltanto per un ‘fumus‘ d’illegalità diffuso nei relativi territori. Bisogna continuare così, se possibile alzando ancora di più la guardia: deve bastare il sospetto per impedire a qualcuno di fare il proprio comodo infangando il nostro simbolo“.
Fratelli d’Italia si è dotato sin dall’inizio di un codice etico molto simile a quello del M5s. Viene vietato l’ingresso per chi abbia riportato condanne in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione, sospensione per gli iscritti indagati per motivi gravi ed esame delle singole situazioni ad opera dei probiviri. In queste ore, tuttavia, cresce l’appello della base perché fatti come quelli di Ferno e Piacenza non si verifichino più. “Ma noi non abbiamo gli strumenti della magistratura“, dice ancora Lollobrigida. “Se una persona è fin qui stata apparentemente limpida non possiamo espellerlo solo perché calabrese“, aggiunge Donzelli, spiegando anche che “la mattina del suo arresto, il nostro responsabile del partito a Piacenza ha comunicato la sospensione di Caruso, ancor prima che la segreteria nazionale si potesse riunire per prendere provvedimenti“.
Se sulle cariche istituzionali si riesce a fare un minimo di scrematura, le difficoltà emergono quando si lavora ai fianchi delle cosiddette “associazioni politiche“, movimenti territoriali che molto spesso esprimono consiglieri di liste civiche legate ai partiti ufficiali. “Non è semplice selezionare tutti adeguatamente“, ammette a ilfattoquotidiano.it Fabio Sabbatani Schiuma, capo del Dipartimento nazionale di Fdi ‘Rapporti con l’Associazionismo‘. “Il nostro obiettivo – aggiunge – è superare il 10 per cento e non si può fare senza il territorio. Purtroppo non siamo magistrati, ma la bravura del politico locale deve essere anche quella di saper capire le auree poco chiare dalle persone specchiate“. E ancora: “Dobbiamo fare tutti attenzione, altrimenti chi ci rimette sono il partito e Giorgia (Meloni, ndr)”.