Per ora ce ne sono tre, ma l’elenco potrebbe allungarsi nei prossimi giorni. Si tratta delle denunce arrivate alla Procura di Perugia nei confronti del procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, che ieri (4 luglio) ha comunicato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la sua decisione di essere messo a riposo anticipato dopo il coinvolgimento nel caso dell’inchiesta per corruzione contro il pm Luca Palamara. A firmare gli esposti sono stati i sostituti procuratori di Rimini Davide Ercolani e Luca Bertuzzi, e il sostituto procuratore di Padova Sergio Dini, in qualità di pubblici ministeri e cittadini. Negli atti i magistrati scrivono di aver appreso dalla stampa delle conversazioni tra Fuzio e l’ex consigliere Csm Luca Palamara: “Emergerebbe – hanno scritto – che l’Alto Magistrato avrebbe discusso con Palamara di una indagine a suo carico aperta dalla Procura di Perugia, e che gli avrebbe rivelato alcuni atti di detta indagine. Competente a svolgere indagini in merito a fatti denunciati – si legge nelle denunce – è la Procura di Perugia essendo pacifico che l’eventuale reato sia stato commesso a Roma nell’esercizio delle funzioni giudiziarie svolte da Fuzio. Chiediamo di essere informati in caso di richiesta di archiviazione“.

Una mossa, quella dei tre sostituti procuratori, che a breve potrebbe essere seguita da tutta un’altra serie di magistrati. A prescindere dal numero finale delle denunce, l’iniziativa aggiunge altra benzina sul fuoco di una vicenda che continua a riservare sviluppi ogni giorno. Appena 24 ore fa, del resto, Riccardo Fuzio si è recato al Quirinale e ha comunicato a Mattarella di aver deciso il pensionamento anticipato, istanza peraltro accettata dal Consiglio superiore della magistratura. Dal 20 novembre, quindi, Fuzio sarà in pensione, una scelta fatta dopo che le sue conversazioni con Luca Palamara sono state intercettate dal trojan installato sul telefono cellulare del consigliere Csm, finite nell’inchiesta di Perugia e pubblicate dai giornali. Nella fattispecie, Fuzio ha raccontato a Palamara l’esistenza dell’indagine su di lui da parte della Procura umbra, con tanto di trasmissione degli atti al Csm. Non solo: l’ormai dimissionario procuratore generale di Cassazione ha rivelato anche il contenuto di quelle carte, in cui sono raccontati i dettagli delle regalie dell’imprenditore Fabrizio Centofanti in favore di Luca Palamara, tra cui viaggi, soggiorni in hotel di lusso e regali per l’amica AdeleAttisani.

Dopo che queste conversazioni sono state rese note, sia l’Associazione nazionale magistrati che la corrente Unicost (quella a cui appartengono sia Fuzio che Palamara) hanno chiesto un “gesto di responsabilità” (tradotto: un passo indietro) al procuratore generale della Cassazione. Che dopo qualche giorno ha deciso di salire al Colle dal presidente della Repubblica per comunicargli la scelta di essere messo a riposo anticipato, non prima di aver promosso una sanzione disciplinare nei confronti di Cosimo Maria Ferri, parlamentare del Partito democratico e magistrato ancora in aspettativa. Ora nei confronti del pg di Cassazione arrivano le tre denunce dei magistrati di Rimini e Padova. E a quanto pare non saranno le uniche.

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