“Siamo di fronte una vera e propria violenza privata nei miei confronti”. Luca Lotti torna a parlare a distanza di quasi un mese dalla sua autosospensione dal Partito Democratico. L’ex ministro e braccio destro di Matteo Renzi, coinvolto nell’indagine della Procura di Roma sul Csm, sceglie ancora una volta parole di cariche di rabbia per sostenere la legittimità dei propri atti e, a suo dire, l’ingiustizia delle accuse rivoltegli, rilanciate dall’opinione pubblica e dal suo stesso partito. “Vi assicuro che la mattina posso guardarmi allo specchio senza timore o imbarazzo”, ha detto a Montecatini Terme, aprendo i lavori della prima assemblea di ‘Base riformista‘, neonata corrente interna ai Dem.
L’ATTACCO AI VERTICI DEM – “Spero – ha aggiunto – che possano farlo anche tutte le persone che in questo ultimo mese hanno dato vita a uno strumentale festival dell’ipocrisia“. I riferimenti a vertici Dem sono ben poco velati. “Qualcuno, anche chi ha chiesto un mio passo indietro – ha affermato – dice che si tratta solo di una questione di opportunità politica. Dispiace constatare che quando, ad esempio, membri del nostro partito hanno organizzato comitati per No al referendum costituzionale, il livello di inopportunità politica aveva parametri diversi”. Così come “dispiace vedere che in altri casi ci siano stati due pesi e due misure. Per me tutto questo ha una sola giustificazione: l’ipocrisia, un’ipocrisia difficile da accettare”. Lotti alterna attacchi fronti a frasi sarcastiche: “Mi dispiace che il racconto di certe mie azioni abbia in qualche modo messo in imbarazzo la comunità del Pd e i nostri elettori. Scusate per questo imbarazzo. Un imbarazzo, vorrei che però fosse molto chiaro, che è una conseguenza di quello che è stato raccontato, non certo di quello che è realmente successo”. Poi l’appello: “È proprio alla nostra gente che vorrei dire con forza che mai, in nessun caso, ho commesso reati o il mio agire mi ha portato vantaggi personali. Mai. Nessun vantaggio personale, e di nessun genere. Anzi, credo che tutto si possa dire tranne che la gogna mediatica che da più di un mese quotidianamente si è riversata su di me mi abbia portato il ben che minimo vantaggio”.
LE ACCUSE AI GIORNALI – Dalla politica alla carta stampata, lo sfogo di Lotti è un crescendo di accuse. “Nell’ultimo mese – ha detto l’ex ministro dello Sport – ho letto di tutto. Ogni giorno c’è stata un’interpretazione non autentica di frasi riportate o di pezzettini presi qua e là e messi in articoli più o meno veritieri. Non è questo il momento di fare la ricostruzione dei fatti, non è questo il momento di scendere nel dettaglio delle singole cose”. Ma certo, dice Lotti, “posso dire che la verità dei fatti è ben diversa da come qualcuno ha provato a descriverla”. Quindi l’affondo: “Ho da sempre un grande rispetto per il lavoro dei giornalisti, ma in queste settimane ho letto sui giornali ricostruzioni davvero fantasiose, scritte prendendo parti di frasi o parole dette in momenti privati che niente hanno a che fare con le indagini in corso. Credo che nessuno possa negare che siamo di fronte a una vera e propria violenza privata. Io l’ho vissuta così”. Il riferimento è evidentemente agli stralci delle intercettazione usciti man mano dalle carte dell’inchiesta e alle ricostruzioni che ne sono seguite. “Non lo auguro a nessuno; nemmeno al mio peggior nemico. Tanti, troppi hanno parlato spesso a sproposito e quasi sempre senza conoscere la verità. Ma come detto, verrà un giorno in cui questa verità dovrà essere ristabilita e raccontata dall’inizio alla fine“. E ancora: “Sono un uomo che ha grande rispetto per le istituzioni democratiche del nostro Paese, che le ha servite: ecco perché – ha concluso – credo sia giusto parlare e raccontare questa verità nei luoghi e nelle sedi opportune“.