Il provvedimento della Regione Lazio contiene un dettagliato cronoprogramma cui Ama e gli impianti privati devono attenersi per superare la crisi dell'immondizia capitolina entro un paio di settimane. La tabella di marcia si conclude con l'obbligo per la società romana di approvare i bilanci 2017 e 2018, finiti sotto i riflettori della Procura di Roma e della Corte dei Conti
Non solo la pulizia completa della città di Roma entro 2 settimane. Ama Spa, la municipalizzata capitolina dei rifiuti, dovrà approvare i tanto discussi bilanci aziendali 2017 e 2018 entro il 5 agosto. Pena “sanzioni da concordare con il ministero dell’Ambiente”. L’ordinanza della Regione Lazio per superare la crisi dei rifiuti nella Capitale, firmata e presentata questa mattina, è un’arma a doppio taglio per Virginia Raggi. Se con l’intervento invocato dalla prima cittadina e dalla sua dirigente del Dipartimento Ambiente, Laura D’Aprile, Nicola Zingaretti fornisce al Campidoglio gli strumenti necessari per imporre decisioni scomode sul territorio, come la riaccensione del tritovagliatore mobile di Ostia e l’individuazione immediata dei siti di trasferenza e trasbordo (il Comune aveva individuato quello di Saxa Rubra, vicino agli studi Rai), dall’altra parte ritiene che la spinosa vicenda dei bilanci 2017 e 2018 sia direttamente correlata con la crisi dei rifiuti, imponendone l’approvazione “entro 30 giorni“. Una misura quest’ultima che è stata appresa come una sorta di ingerenza nella gestione capitolina, all’interno dei già tesissimi rapporti istituzionali fra la sindaca pentastellata e il governatore-segretario Dem. “E’ una garanzia nei confronti degli imprenditori e delle società che abbiamo costretto a mettersi a disposizione”, fanno sapere dalla Regione Lazio. Sarcastica la sindaca Raggi, che instilla anche dubbi sull’effettiva riuscita del piano: “Per un mese – ha detto la prima cittadina – ha voltato la faccia dall’altra parte fino a quando lo abbiamo costretto a fare questa ordinanza per sbloccare i siti dove portare i rifiuti. Zingaretti sfiora il ridicolo quando dice di ripulire la città in una settimana. La smetta di illudere i cittadini con false promesse. Sia serio“.
LA SPADA DI DAMOCLE DEL BILANCIO – Con i cumuli di rifiuti ancora in strada a Roma, il tema dei conti aziendali sembrava essere passato in secondo piano. Ma l’ordinanza regionale riporta d’attualità il tema che ha scatenato la rabbia dell’ex assessora capitolina all’Ambiente, Pinuccia Montanari – dimessasi a febbraio – e il precedente cda presieduto da Lorenzo Bagnacani – cacciato poco dopo -. La vicenda è nota. Il Comune e Ama hanno un contenzioso di 18 milioni su antiche partite legate ai servizi cimiteriali: il vecchio management ha inserito il credito a bilancio, ma gli uffici capitolini non lo riconoscono. Imposta da Virginia Raggi la linea del Campidoglio, la bozza finanziaria degli anni 2017 e 2018 sono state riscritte con perdite d’esercizio pari a circa 80 milioni di euro. Secondo Bagnacani si tratta di un falso in bilancio e ha presentato esposto in Procura e in Corte dei Conti; il Comune ha fatto lo stesso segnalando alcune consulenze imposte dal manager. Magistrati e finanzieri stanno indagando da mesi cercando di sciogliere il nodo, mentre i vertici succedutisi fin qui in Ama non si sono ancora voluti prendere la responsabilità di approvare un documento su cui potrebbero pendere responsabilità contabili. In estrema sintesi, il caos totale. Fatto sta che l’azienda in queste settimane sta faticando a onorare i suoi impegni con alcuni fornitori di servizi, fra cui il Colari di Manlio Cerroni. Come si riuscirà a sbloccare la situazione entro il 5 agosto? La palla passa alla nuova presidente di Ama Spa, Luisa Melara.
CITTÀ PULITA ENTRO 7 GIORNI – Una cosa per volta, però, perché intanto c’è da restituire decoro alla Capitale e mettere un freno al malcontento cittadino. Il cronoprogramma imposto dalla Regione Lazio è molto dettagliato. Entro le prossime 48 ore, infatti, la società dei rifiuti dovrà effettuare la “pulizia e raccolta nei siti sensibili (strutture sanitarie, scolastiche, mercati rionali, ecc)”, poi avrà un altro giorno di tempo per dotarsi di 300 nuovi cassonetti. Entro venerdì 12 luglio, la città dovrà essere pulita: “Completamento pulizia e raccolta in tutti i municipi, approvvigionamento di ulteriori cassonetti, verifica del rispetto delle obbligazioni contrattuali verso subappaltatori e fornitori Ama e attivazione impianto mobile autorizzato (Ostia, ndr)”. Entro 15 giorni dovrà esserci la messa in esercizio dei siti di trasferenza e di trasbordo dove “appoggiare” i rifiuti raccolti. Di contro, gli impianti di smaltimento dei rifiuti del Lazio verranno messi a completa disposizione della Capitale e i programmi di manutenzione ancora da cominciare saranno posticipati al 12 agosto. I rifiuti di Roma finiranno ai tmb Rida Ambiente di Aprilia, Saf di Colfelice e Ecologia di Viterbo, ai tritovagliatori Ecosystem di Pomezia e Csa di Castelforte, al termovalorizzatore Acea Ambiente di San Vittore, alla Lazio Ambiente di Colleferro e alle discariche Mad di Civitavecchia e Roccasecca (Frosinone). Secondo quanto riporta l’Ansa citando fonti capitoline, lunedì mattina la sindaca Virginia Raggi vedrà i vertici Ama e i sindacati per stilare un “patto per la raccolta” con i lavoratori e far sì che entro il mese l’emergenza sia esaurita. In serata è però arrivato il primo ‘niet’ da parte di una delle società chiamate a collaborare: la Rida Ambiente di Aprilia, di proprietà di Fabio Altissimi, ha risposto negativamente alla richiesta contenuta nell’ordinanza, sostenendo non solo l’impossibilità di fornire ulteriore supporto ad Ama e, dunque, alla città di Roma, ma addirittura riducendo i quantitativi dei materiali che saranno accolti dalla prossima settimana
ZINGARETTI: “PIANO REGIONALE ENTRO LUGLIO” – “Spero non servano sanzioni“, ha detto il presidente della Regione Lazio, Zingaretti, in conferenza stampa, commentando il fatto che l’ordinanza, semplicemente, non ne contiene. Anche se a via Cristoforo Colombo sono convinti che il problema della crisi capitolina riguardi la raccolta e non lo smaltimento. Fatto sta che l’ultimo piano regionale rifiuti sia firmato Renata Polverini e risalga al 2012. Un piano indispensabile per ridisegnare le disponibilità degli impianti del Lazio, indicarne dei nuovi e dare lo strumento ai Comuni – quindi anche a Roma – per poi andare a stringere gli accordi. “Confermiamo l’obiettivo di arrivare entro fine luglio all’approvazione del piano rifiuti e confermo che partirà il bando per la costruzione della fabbrica Green di Colleferro“, ha detto il governatore in conferenza stampa. “L’ordinanza è figlia di ostinata volontà di non risolvere il tema rifiuti”, ha aggiunto. D’altronde sono giorni che le due parti litigano sul tema. E oggi arriva anche la risposta ufficiale del M5S sul suo blog: “Zingaretti è quello che in matematica viene definito il ‘fattore K‘ – si legge – da quando c’è lui, ci sono rifiuti in strada a Roma. Qualche pericoloso intellettuale potrebbe anche mettere in relazione la presidenza di Zingaretti con l’assenza di un Piano rifiuti Regionale dal 2012 perché anche in questo caso l’unica costante fissa è che lui siede sempre alla guida della Regione Lazio”. “I rifiuti in strada hanno ormai una firma; Z come Zingaretti-K“, chiude il post.