Nei giorni scorsi il sindacato delle toghe aveva chiesto a Fuzio un gesto di responsabilità, poi concretizzatosi dopo il colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Approvata la proposta del presidente Poniz su cause d'incandidabilità per Palazzo dei Marescialli
Il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, è stato deferito ai probiviri dell’Associazione nazionale magistrati. A deciderlo è stato il “parlamentino” del sindacato delle toghe che ha approvato all’unanimità la proposta di deferimento per l’alto magistrato, intercettato con Luca Palamara. I probiviri dovranno ora riunirsi per decidere l’eventuale espulsione dall’alto magistrato dall’Associazione. I tempi non saranno rapidi e Fuzio ha già annunciato la volontà di anticipare il pensionamento al novembre. Nei giorni scorsi l’Anm aveva chiesto a Fuzio un gesto di responsabilità, poi concretizzatosi dopo il colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel frattempo Fuzio è finito indagato dalla procura di Perugia per rivelazione di segreto d’ufficio. Secondo l’ipotesi di reato al vaglio dei magistrati umbri, il magistrato – che giovedì aveva comunicato il suo pensionamento anticipato – avrebbe raccontato al pm Luca Palamara alcuni dettagli sulla comunicazione giunta al Csm sull’inchiesta di cui era venuto a conoscenza grazie al consigliere Luigi Spina.
Sempre oggi l’Anm ha avanzato una proposta di nuove regole interne per le elezioni suppletive del Csm del 6 e 7 ottobre prossimo. Il parlamentino delle toghe ha approvato con 25 voti a favore e quello contrario di Magistratura indipendente e dell’ex presidente Pasquale Grasso la proposta della giunta guidata dal Luca Poniz e Giuliano Caputo. Nel dettaglio sono anche state individuate “cause di incandidabilità“, non potranno cioè presentarsi i magistrati che attualmente sono componenti della Giunta Esecutiva Centrale e del Comitato Direttivo Centrale dell’Anm; componenti delle Giunte Esecutive Sezionali, presidenti, segretari e componenti delle segreterie nazionali dei gruppi associativi; componenti dei consigli giudiziari e magistrati fuori ruolo. I profili saranno poi pubblicizzati dalla sede centrale dell’Anm a tutti i magistrati via newsletter, e saranno organizzate assemblee nei vari Distretti alle quali saranno invitati a partecipare contemporaneamente tutti i candidati per la loro presentazione. Nel mese di settembre i candidati saranno invitati a presentarsi un’apposita riunione del Comitato Direttivo Centrale.
“Un patto politico dei gruppi, non per egemonizzare il Csm, ma esattamente l’opposto . Siccome la legge del 2002 è pessima e applicata cinicamente, e preso atto che non c’è tempo per modificarla, proponiamo un messaggio di apertura, per favorire la partecipazione del colleghi. Chiunque abbia letto nella nostra proposto l’intento di egemonizzare o ha capito male o ha voluto capire male” e “non si chiede l’autodistruzione dei gruppi, non c’è nessuna intenzione di giocare barando, giochiamo a carte scoperte”, è come ha presentato la proposta il presidente Poniz.”Sentendo il polso dei magistrati abbiamo inteso che questa proposta è condivisa”, ha aggiunto il presidente dell’Anm, sottolineando che sono già state avanzate numerose candidature a titolo personale.
Poniz si è espresso sulla riforma della giustizia, rivolgendosi al ministro Alfonso Bonafede: “Siamo disponibili per un confronto sulle riforme, ma non 5 minuti prima e per un’interlocuzione di facciata. Il ministro Bonafede ci ha preannunciato riforme e ci ha riconosciuto che negli anni passati abbiamo contribuito lealmente alle proposte di riforma”. Al momento però “non conosciamo ancora il contenuto e ciò che ci preoccupa molto è una riforma della giustizia collegata alla situazione contingente – ha aggiunto Poniz- una pericolosa situazione che ci troviamo a subire e che può essere un formidabile pretesto per ogni tipo di riforma, anche la più eccentrica, che vada al di là del giusto intervento riformatore”.