Avremo la nostra rivoluzione d’ottobre“. Un concetto non esattamente caro a Silvio Berlusconi. Eppure sono queste le parole usate da Giovanni Toti per lanciare  il suo movimento al teatro Brancaccio di Roma: si chiama – con scarsa fantasia – l’Italia in crescita e dovrebbe servire per superare Forza Italia. “In dieci anni con Forza Italia siamo passati dal 40 per cento al 6 per cento e qualcuno ancora dice ‘tutto sommato non è andata così male. Il voto negativo non è possibile… Stiamo andando verso lo zero assoluto. Siamo qui perché non possiamo andare avanti così”, ha detto il governatore della Liguria. Che ha ripetuto più volte di non aver voluto organizzare una convention contro Berlusconi. “Nessuno dica che Toti è contro Berlusconi. Qui non c’è nessuno contro Berlusconi. Non siamo nemmeno qui per dividere nessuno, ma anzi per riunire il centrodestra. La scissione dell’atomo interessa i fisici del Cern di Ginevra….”, ha detto l’ex direttore del Tg4 parlando di sè il terza persona.

Semmai, l’obiettivo di Toti sono le primarie. “L’unica cosa che invidio al Pd sono le primarie“, è la battuta dell’ex delfino – l’ennesimo – di Berlusconi. “Io farò le primarie di centrodestra con chiunque le vorrà fare, mi auguro che Forza Italia le voglia fare per migliorare se stessa e tornare a crescere. Spero che Forza Italia ci sarà. Questo partito se non farà qualcosa semplicemente scomparirà”, ha continuato Toti spiegando che lui “alle primarie, momento costituente del centrodestra, parteciperò”. Il concetto è sempre lo stesso: non spaccare il partito ma allargarlo: “Io non sto strappando nulla, sto cercando di allargare. Vorrei che dentro quella che è Forza Italia oggi arrivassero gli amici che sono qua, si allargassero i confini, si ragionasse di nomi anche nuovi. Mi auguro ovviamente di farle con Forza Italia, che apre i suoi confini, cancella il tesseramento, annulla le cariche, invita tutti gli amici che sono in questa sala (al Teatro Brancaccio, ndr) e fuori a partecipare a un grande movimento costituente per costruire qualcosa di nuovo e glorioso nei prossimi 25 anni”.

L’ex direttore del Tg4 ha più volte attaccato – senza citarli con nome e cognome – i dirigenti del partito azzurro. “Parte della nostra classe dirigente di Forza Italia, ho visto stamani sui giornali, ha passato il tempo ad ammonire a non venire qui al Brancaccio, questa effervescenza fa paura, il virus delle primarie è contagioso; ma la prossima volta verranno in tanti che stavolta non trovato il coraggio”, sostiene il presidente della Ligura. Secondo il quale “la classe dirigente di Forza Italia deve abituarsi all’idea di convivere in un luogo più largo, dove ci sono più persone più idee e più rappresentanze . Fare come l’elefante e la formica, l’elefante è la Lega, la formica è Forza Italia, credo non sia una soddisfazione per nessuno”.

Secondo gli organizzatori all’evento sarebbero intervenute circa duemila persona. Presenti molti amministratori locali e militanti soprattutto del Nord Italia – Piemonte, Lombardia, oltre ai liguri – e alcuni parlamentari di Forza Italia come Laura Ravetto, Paolo Romani, Osvaldo Napoli e Francesco Giro. Anche qualche ex come Gaetano Quagliariello, leader del movimento Idea. “I toni aggressivi sono sbagliati però è anche sbagliato il torpore di taluni che fanno finta di niente e stanno accucciati all’ombra di Berlusconi, ad aspettare, con un fare un pò parassitario, che Berlusconi li riporti a nuova vita politica. Invece Berlusconi va affiancato per ricreare quel grande partito che eravamo”, dice Ravetto.  “Questa convention, con oltre duemila partecipanti tra i quali molti rappresentanti di istituzioni regionali arriva una forte richiesta dal basso a cambiare le regole. Nuove regole di partecipazione, impostazione e contenuti per un partito che si allarga e si rinnova”, è invece il commento di Romani. Fuori dal teatro Brancaccio, invece, arriva il commento di Maurizio Gasparri che ha notato i riferimenti del governatore ligure: “Se Toti citasse meno Mao e Lenin, tra il bombardamento del quartier generale e la Rivoluzione d’Ottobre, penso che non farebbe male: gli suggerisco qualche nome alternativo, tipo Churchill, Michels, Einaudi, Machiavelli, Prezzolini. Se proprio deve guardare a Oriente, anziché al nostro Occidente, meglio Putin!”

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