L’Unesco salva Venezia dal rischio di passare dalla lista dei fiori all’occhiello della cultura mondiale alla lista nera dei siti da salvare. L’annuncio è stato dato dal ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, dopo le notizie trapelate da Baku, in Azerbaijan, dove è in corso la riunione dell’agenzia Onu. “Buone notizie – ha riferito il ministro – Venezia era in pericolo, ma non sarà inserita nella black list. La decisione è stata presa nel corso della riunione per discutere di declassamento dei siti”.

La notizia è stata presa al balzo dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, con una lunga dichiarazione, che ripropone la propria linea sul problema delle grandi navi a favore di Marghera e del mantenimento dello scalo di Marittima, su cui c’è anche il consenso della Lega Nord. Ma è stato gelato dal ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli che ha twittato: “L’Organizzazione delle Nazioni unite per la cultura ritiene adeguata la soluzione Marghera rispetto all’obiettivo di salvaguardia della laguna? Probabilmente all’Unesco hanno approfondito soprattutto il punto di vista dell’amministrazione comunale, mentre noi siamo certi, carte alla mano, che esistano opzioni molto meno impattanti sull’ambiente e in grado, comunque, di valorizzare l’industria crocieristica“. 

Ma che cosa ha detto Brugnaro, incurante di quello che Toninelli aveva già detto una settimana fa quando era andato in visita in Laguna? “La comunità internazionale dell’Unesco ha riconosciuto gli sforzi che la città di Venezia, facendo sistema con la Regione Veneto, sta mettendo in atto per la salvaguardia del sito. Nello specifico, nel documento adottato dal Comitato del Patrimonio Mondiale, si è definita positivamente con un ‘welcome‘ la soluzione sulle navi da crociera per raggiungere la Stazione Marittima senza passare più per il Bacino di San Marco e il canale della Giudecca, ma attraverso la bocca di porto di Malamocco e il Vittorio Emanuele, facendo accostare a Marghera (canale nord – lato nord, zona Vega) quelle più grandi, salvaguardando così l’industria crocieristica”.

Il fatto è che quel progetto non trova l’adesione del ministro, anche perché richiede che venga scavato il canale Vittorio Emanuele, con la movimentazione di almeno 5 milioni di metri cubi di fanghi e sedimenti. Brugnaro attacca di nuovo Toninelli: “Adesso deve prendere atto che dall’Unesco arriva un chiaro segnale su come procedere. Già da subito il 10/15 per cento delle navi può passare attraverso il Vittorio Emanuele, che è la soluzione più rapida e urgente, senza pregiudicare alternative a più lungo termine. Ora il Comitato del Patrimonio mondiale ha chiesto non solo di avere il progetto dettagliato, ma soprattutto la tempistica di avvio lavori che consentirebbero in poco più di un anno di eliminare il traffico dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca; un progetto completamente finanziato, senza oneri per il pubblico erario”.

In conclusione, sul problema delle Grandi Navi si profila un nuovo scontro istituzionale.

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