Giustizia & Impunità

Firenze, Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno deciso di rinunciare all’esame in aula nel processo per fatture false

A spiegarne le ragioni è stato il legale dei coniugi, Federico Bagattini: "L’istruttoria dibattimentale ha offerto il massimo di argomenti difensivi che potessimo immaginare in questo processo. Nel caso, faremo fare ai nostri assistiti delle dichiarazioni spontanee". La prossima udienza del processo che vede imputato anche l'imprenditore Luigi Dagostino è fissata il 15 luglio

Non si sono presentati e hanno rinunciato a essere esaminati dalle parti. Tiziano Renzi e Laura Bovoli, imputati a Firenze insieme all’imprenditore Luigi Dagostino per le presunte fatture false della Eventi 6 srl e Party srl, hanno scelto la loro strategia difensiva: no alla presenza in aula per il momento, forse dichiarazioni spontanee verso la fine del processo. A spiegarne le ragioni è stato il legale dei coniugi Renzi, Federico Bagattini: “L’istruttoria dibattimentale ha offerto il massimo di argomenti difensivi che potessimo immaginare in questo processo”.

“Gli stessi ufficiali di polizia giudiziaria hanno dichiarato che non vi è stata alcuna forma di danno tributario, di danno erariale – ha aggiunto – E questa è la negazione ontologica di ogni forma di reato fiscale e quindi anche della falsa fatturazione”. Il legale dei coniugi Renzi ha poi aggiunto che “laddove alla fine dell’istruttoria dibattimentale riterremo che ci sia la necessità di limare, precisare alcuni elementi in punto di fatto, faremo fare ai nostri assistiti delle dichiarazioni spontanee”. Anche il difensore dell’imprenditore Dagostino ha fatto sapere che il suo assistito potrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee nel corso delle prossime udienze.

I fatti, per come sono stati ricostruiti dalle indagini, risalgono al 2015 quando Dagostino era amministratore delegato della Tramor, società di gestione dell’outlet The Mall di Leccio di Reggello, in provincia di Firenze (leggi l’articolo del Fattoquotidiano.it). Dagostino avrebbe incaricato le società Party ed Eventi 6, entrambe facenti capo ai Renzi, di studi di fattibilità per lavori all’outlet. Le fatture considerate false al centro del processo sono due: una da 20mila e l’altra da 140mila euro più Iva. Oggi in aula un consulente tecnico citato dalla difesa, il commercialista Francesco Mancini, rispondendo alle domande di uno dei legali di Laura Bovoli, avvocato Francesco Pistolesi, ha affermato che le due fatture oggetto del processo furono regolarmente contabilizzate e non provocarono alcun danno all’Erario.

In base a quanto riferito dal commercialista, le fatture emesse dalle società dei Renzi Eventi 6 srl e Party srl furono regolarmente registrate nella contabilità delle due aziende, sia nel ‘libro Iva’, ai fini del pagamento dell’imposta sul valore aggiunto, che nel ‘libro giornale’, ai fini del pagamento delle imposte dirette. Le fatture furono emesse verso la Tramor, che ritenendole false si è costituita parte civile nel processo, facendole anche cancellare dalla denuncia dei redditi. Per i legali dei Renzi tuttavia, la società non avrebbe annullato le fatture, limitandosi in via cautelativa a considerarne i relativi costi non come inesistenti ma come indeducibili. Il processo riprenderà il prossimo 15 luglio.