La “responsabilità maggiore” dell’incidente sfiorato che, domenica sera, ha coinvolto la nave Costa Deliziosa nel canale della Giudecca e “di quello che potrà accadere in futuro” è “di chi non ha deciso in questi mesi”. Tradotto: il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, se la prende con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Che replica: “Brugnaro come al solito straparla. Dopo anni di inerzia anche da parte di quelli della sua area politica, siamo vicini a una soluzione seria per mettere fuori le Grandi Navi da Venezia”. Il primo cittadino ricorda che il responsabile delle Infrastrutture “ha poteri funzionali sull’intera filiera portuale, dalla Capitaneria di Porto alla Guardia Costiera, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche all’Autorità di sistema portuale”. Insomma, tocca a lui.

Per Brugnaro “sicuramente le condizioni meteo-marine” nel momento in cui la Deliziosa si è ritrovata in balia del vento erano “eccezionali” e le autorità competenti “faranno chiarezza su quanto successo”. Ma, ammonisce, “il tempo dell’attesa è finito”. Definendosi “arrabbiato”, il sindaco dice “basta con le navi a San Marco e lungo il Canale della Giudecca”. Il ministro Toninelli, continua, “venga al più presto a riferire alle istituzioni cittadine gli esiti dell’ennesima ispezione che ha ordinato”.

Ad avviso del sindaco di Venezia, la soluzione “immediata c’è, si chiama percorso dalla bocca di Porto di Malamocco, attraverso il Canale dei Petroli, con destinazione Marittima via Canale Vittorio Emanuele per le navi più piccole e destinazione Marghera, canale nord lato nord, per quelle più grandi”. Il Vittorio Emanuele “si può realizzare in circa un anno – ricorda – con capitali privati, in attesa di progetti alternativi che necessitano di tempi più lunghi, di almeno 5-10 anni”. Su questa soluzione, dice Brugnaro, “anche l’Unesco ha espresso apprezzamento”. E che il Mit aveva definito “troppo impattante”. E anche nella replica dopo l’incidente sfiorato di domenica è tornato a ribadire: “Marghera è opzione scellerata per sicurezza e ambiente, convinceremo di ciò anche Unesco”.

Quindi si rivolge direttamente a Toninelli: “Caro Ministro, quanto ancora dobbiamo aspettare? Quanto ancora sarà sordo alle richieste della comunità internazionale e delle istituzioni cittadine solo per ascoltare i comitati del No a tutto e i soliti noti che strumentalizzano da anni la questione impedendo qualsiasi soluzione? – si chiede – Quanti studi costi-benefici e indagini vorrà fare prima di arrivare ad una soluzione? Perché sta ancora tergiversando? Ci sono una città intera e migliaia di lavoratori che meritano rispetto istituzionale e una risposta immediata”.

Intanto Comitato No Grandi Navi – che nell’immediato aveva già ricordato “l’incompatibilità dei giganti del mare con una città fragile” – svela che in una recente riunione Msc crociere ha chiesto al presidente dell’Autorità portuale l’autorizzazione ad utilizzare la banchina al molo A di Porto Marghera per trasformarlo in una banchina di approdo per le proprie navi crociera. “Attualmente la banchina è adibita al traffico container gestito dal gruppo Msc e dalla società maltese Illy. È un colossale paradosso e una sorta di cavallo di troia per far restare le grandi navi da crociera nella Laguna”, dichiara il Comitato.

In che modo? “Vorrebbero ottenere l’autorizzazione ‘provvisoria’ per il transito delle navi da crociera della Msc lungo il canale dei petroli per consolidare la soluzione crocieristica a Porto Marghera e poi aprire il passaggio delle altre navi da crociera delle altre compagnie attraverso il canale Vittorio Emanuele per arrivare in Marittima a Venezia”. Inoltre, Msc ha chiesto di modificare la concessione ad uso commerciale che scade nel 2023 per una nuova concessione di imbarco e sbarco di crocieristi. Insomma, si tratterebbe di un tentativo di anticipare la soluzione caldeggiata dal sindaco Luigi Brugnaro e osteggiata dal ministro Danilo Toninelli.

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