Un gesto molto personale, fatto in forma privata e che doveva rimanere assolutamente segreto. Dalla Curia ancora non è arrivato alcun commento ufficiale ma intanto la vicenda ha suscitato scalpore, poi arrivata la replica della Curia che ha chiarito quanto successo
Una preziosissima collana di Dolce e Gabbana donata in voto alla Madonna. Un misterioso emissario del Vescovo di Agrigento che arriva nella notte per “sequestrarla”. E del gioiello non ci sono più tracce. Quanto accaduto nel convento di clausura del piccolo comune di Palma di Montechiaro, in Sicilia, sembra uscito direttamente da un romanzo giallo d’altri tempi. Eppure è tutto vero. I fatti risalgono a qualche giorno fa, come riferisce Leggo: gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno tenuto un’esclusiva mostra della loro collezione di Alta Gioielleria proprio nel comune barocco dell’agrigentino e, con l’occasione, hanno donato in segno di devozione una delle loro preziose creazioni alla Madonna di Palma di Montechiaro, custodita in un antico convento dalle monache di clausura.
Un gesto molto personale, fatto in forma privata e che doveva rimanere assolutamente segreto. E così sarebbe stato se non fosse che nel cuore della notte tra il 5 e il 6 luglio si è presentato in convento un delegato del vescovo di Agrigento che ha chiesto alle monache di consegnargli la preziosissima collana per non meglio specificati “motivi di sicurezza“. Una motivazione che non ha affatto convinto le anziane religiose, che da secoli custodiscono un tesoro milionario, fatto di ex voto alla Madonna, che si tramanda di generazione in generazione senza mai avere un furto o un ammanco. Così, le monache hanno deciso di rompere il silenzio nel quale sono solite vivere per rendere pubblico quanto accaduto, lamentandosi del ritiro a loro dire immotivato del gioiello.
La vicenda ha suscitato scalpore: “Se venisse confermato quanto sta circolando in queste ore, per quanto mi riguarda, rappresenta un atto di una gravità inaudita. La collana deve rimanere nella nostra città e non in altri luoghi, senza se e senza ma”, ha commentato il consigliere comunale di Palma di Montechiaro Salvatore Malluzzo. “Non c’è giustificazione che tenga! Il nostro paese – aggiunge – vive di tradizioni, di usi, di un forte devozionismo e di un’intensa fede. L’atto di requisizione da parte della Curia arcivescovile di Agrigento rappresenta una vera azione di forza, per non dire di offesa, nei confronti della nostra comunità”.
Nel pomeriggio è poi arrivata la replica della Curia che, tramite un intervento dell’arciprete di Palma don Gaetano Montana, insieme al sindaco Stefano Castellino, ha chiarito quanto successo. Don Gaetano ha spiegato infatti che non c’è stato nessun “sequestro nella notte” ma che invece la collana è stata portata via all’alba assieme ad altri oggetti preziosi che ornano la statua della Madonna semplicemente perché nel convento sono in corso lavori di restauro e si è voluto così mettere al sicuro i beni dal momento che diversi operai in quei giorni erano in giro per le stanze. Secondo l’arciprete e il sindaco, la vicenda è stata strumentalizzata e i due hanno voluto smentire quanto detto dal consigliere Malluzzo, bollandolo come “falsità”.
Articolo aggiornato in data 8 luglio ore 16.30