La legge prevede il cambio del contenitore del gas ogni dieci anni dalla prima installazione: a chi rivolgersi, quali sono i passaggi da effettuare e i costi da sostenere
Basse emissioni e bassi consumi: l’acquisto di un’auto a GPL si pone sempre come una valida scelta se si vuole risparmiare, grazie anche a incentivi ed esenzioni, sia fiscali sia di circolazione, questi ultimi ormai più stringenti e frequenti. Ma è bene ricordare che avere un’auto a Gpl comporta anche delle scadenze inderogabili cui bisogna prestare attenzione e che, se mancate, fanno incorrere in sanzioni pecuniarie piuttosto salate, oltre a quelle amministrative come il ritiro della carta di circolazione.
La legge, infatti, stabilisce che i serbatoi, il cui utilizzo è regolamentato dalla normativa ECE/ONU 67/01, debbano necessariamente e obbligatoriamente essere sostituiti ogni 10 anni, a partire dall’immatricolazione del veicolo o, se si tratta di impianti installati in un secondo momento, dal primo adeguamento.
Per quanto riguarda la sostituzione, ci si deve rivolgere a officine specializzate se non direttamente al costruttore del veicolo a Gpl, mentre sarà la Motorizzazione Civile l’ente cui richiedere il collaudo e quindi la nuova omologazione. La domanda da presentare alla Motorizzazione va compilata secondo il modello TT 2119 e a questa dovrà poi essere allegata anche la dichiarazione di installazione a norma rilasciata dall’officina autorizzata dalla stessa Motorizzazione.
Quando si parla di sostituzione obbligatoria si intende solo quella del serbatoio, la cui scadenza è riportata nel libretto di circolazione (ma anche sulla bombola stessa); non è escluso, però, che possano essere cambiate anche alcune componenti dell’impianto come il riduttore-vaporizzatore o la multivalvola responsabile della chiusura del gas ad auto spenta. Nel caso in cui si decidesse di intervenire anche su questi aspetti, alla fine sarà necessaria la prova idraulica che normalmente si fa alla prima installazione.
Generalmente il costo medio di una sostituzione si attesta sui 500 euro, ma può variare se insieme al serbatoio vengono cambiate anche altre parti dell’impianto o se si decide di acquistare una nuova bombola Gpl che sia diversa da quella del costruttore. Anche le pratiche burocratiche hanno un loro costo ma contenuto, di 41 euro totali.
Si tratta di un iter non proprio immediato e che richiede del tempo, sia perché si è negli anni dei rinnovi “massivi” – al decennale di quell’impennata di vendite di auto a Gpl che proprio dal 2007 avevano ottenuto i primi incentivi ministeriali; sia perché la situazione delle varie Motorizzazioni, con qualche specificità territoriale più critica delle altre, vede queste in sofferenza per mancanza di personale, cosa che rende impossibile far fronte a tutte le richieste e che dilata i tempi più del normale.