I democratici chiedono e ottengono il posticipo della discussione per "approfondimenti" grazie ai voti di Lega e Fdi. Ora è corsa contro il tempo: a novembre si vota. Sinistra Italiana: "Il consiglio penda un impegno formale e una data definitiva"
Più di cento persone all’anno, secondo i dati di Arcigay, subiscono abusi fisici e verbali a causa del loro orientamento sessuale. Eppure la discussione sulla legge contro l’omotransnegatività in Emilia Romagna continua ad essere rimandata. Il consiglio regionale ha rinviato per la seconda volta la discussione in aula del testo e questo significa che sarà molto difficile che la legge veda la luce visto che la legislatura terminerà a novembre e che in autunno si terranno le elezioni regionali.
Il dibattito sulla legge contro l’omotransnegatività già si era arenato per la prima volta in commissione Parità della Regione il 10 aprile a causa di un emendamento presentato dall’ala cattolica del Pd contro la maternità surrogata che aveva spaccato il gruppo dei democratici e la maggioranza e aveva fatto infuriare la comunità Lgbti. Nella proposta di modifica firmato da alcuni consiglieri del Pd e da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento nazionale per la sovranità, si chiedeva di aggiungere un articolo al progetto “per sostenere il contrasto di ogni forma di sfruttamento della donna e violazione della dignità della persona”.
E’ stato il Partito democratico a proporre il nuovo rinvio della discussione in consiglio, “un’opportunità – ha spiegato il consigliere Paolo Calvano – per fare approfondimenti più efficaci, senza le strumentalizzazioni che subirebbero in Aula”. A sostenere il posticipo della discussione sono stati in particolare Fratelli d’Italia e Lega Nord, mentre si sono espressi in modo contrario Sinistra Italiana, Movimento 5 stelle e Forza Italia.
Silvia Piccinini (M5s) ha attaccato i dem, parlando di una decisione di comodo per nascondere le fratture interne al Pd. “Avevo chiesto una sintesi dei due progetti di legge, accettando anche di votare solo quello dem pur di arrivare ad un testo approvato – afferma la consigliera – Ora invece il testo verrà riportato in commissione, dunque depotenziato e peggiorato. Sarebbe stato meglio votarlo ora e tenerlo così com’è piuttosto che ritrovarsi con una proposta di legge picconata, frutto di litigi interni al Pd”. Stefano Caliandro, capogruppo del Pd, ha replicato all’attacco del Movimento: “Noi abbiamo già deciso da che parte stare, voi siete ostaggio dei vostri alleati di governo”.
A rilanciare la discussione ci provano ora i Cinquestelle: Andrea Bertani ha chiesto di iscrivere il testo all’ordine dei lavori nella seduta d’Aula di fine luglio. Una posizione condivisa anche dal consigliere di Sinistra Italiana Igor Taruffi: “L’assemblea si deve prendere un impegno formale e darci una data definitiva”.
Giancarlo Tagliaferri di Fdi ha definito il progetto di legge “innovativo” per il linguaggio legislativo, proponendosi di combattere la negatività verso le discriminazioni, ma dichiarando che questo “potrebbe presupporre una positività verso gli atteggiamenti omosessuali quando la Costituzione italiana ha una base culturale diversa da quella omosessuale”.