“Pace fiscale 2″ contro “nessun condono“. Torna la bagarre nel governo fra Lega e M5S. Il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, ha dato il via alla battaglia annunciando le proposte da inserire all’interno della riforma fiscale in vista della legge di Bilancio. La Lega insiste sul suo cavallo di battaglia, la flat tax, con quoziente familiare. Soprattutto si pensa a quella che viene definita la “pace fiscale 2”, nel tentativo di trovare le coperture necessarie andando a scandagliare nel sommerso. “Con noi nessun condono passerà mai. Piuttosto bisogna intensificare la lotta, fino al carcere, contro i grandi evasori”, si alternano a dichiarare i pentastellati.
I leghisti, come spiega Bitonci, premono per una riedizione della rottamazione. Allo studio nuove norme per ridurre il contenzioso e un ampliamento alle imprese delle norme, pensate per venire incontro ai contribuenti in difficoltà. Un’ipotesi potrebbe essere quello di saldare pagando il 16%, il 20% o il 35%, cancellando non solo sanzioni e interessi, ma anche il debito originario. Sempre nella logica di lavorare ai fianchi il sommerso, si potrebbe avviare la flat tax sui redditi incrementali e dare una spinta ai pagamenti tracciabili, ma senza inasprimento del tetto al contante. Si pensa piuttosto all’azzeramento delle commissioni per le piccole transazioni con bancomat e carte di credito sotto i 30 euro. Il tutto da inserire in un decreto fiscale collegato alla manovra, sempre che non arrivi l’input ad accelerare. Nessuno scudo penale sui capitali all’estero, mentre potrebbe esserci un’accelerazione sulle “ricchezze detenute nelle cassette di sicurezza“, misura già accennata da Matteo Salvini.
“Il cantiere fiscale è aperto“, ha detto in giornata il sottosegretario. “Abbiamo fatto un tavolo la settimana scorsa, ne faremo uno tra un paio di giorni e gli uffici stanno elaborando alcuni modelli“, a partire di quello per la flat tax al 15% “sui redditi medi” perché “dobbiamo cercare di abbassare la tassazione a quella fascia che paga un’Irpef media del 25%”. Di certo “l’ipotesi di aumentare l’Iva per finanziare la flat tax è una cosa che non esiste“, ha assicurato Salvini, chiarendo come, almeno su questo punto, la pensi nella stessa maniera di Luigi Di Maio. Proprio mentre il capo politico del M5S e il premier Giuseppe Conte hanno incontrato i sindacati, ai quali hanno ribadito “entro fine anno” il “taglio del cuneo fiscale“.
L’alternativa, per trovare le coperture, sarebbe quella di cancellare il provvedimento degli ‘80 euro‘ introdotto dal governo Renzi. Ipotesi che non trova d’accordo il viceministro all’Economia, in quota M5S, Laura Castelli. “Quando dai delle risorse a delle persone è crudele toglierle – ha detto – però bisogna fare una grande riorganizzazione sulla parte delle detrazioni fiscali che oggi sono dispersi in mille rivoli e creano un problema di gestione”. Sul piano prefigurato da Bitonci di un intervento su tre anni, il viceministro sottolinea: “Mi ha stupito perché parla di percentuale di pressione fiscale percepita, mentre avevo capito che la loro flat tax si basasse sulla percentuale degli scaglioni così come la conosciamo”. E ancora: “Già nella manovra di dicembre questo governo era pronto a fare una riforma dell’Irpef con riduzione degli scaglioni che prevedesse un percorso di più anni e fu la Lega a scegliere di non inserirla“.