Se volessimo ritrovare le atmosfere marsigliesi di Jean Claude Izzo oggi, potremmo arrivare nella capitale della Provenza, con in testa una specie di giro del mondo da realizzare in uno spartito. Raggiungere la musica di John Massa, in Rue des Trois Rois. Un jazz club che dicono sia il crocevia della world music. Il migliore della città, dicono. Dunque, se andate a Marsiglia, e questa è la stagione giusta, non è difficile trovarlo. John Massa è di origini italiane. Nel club suona il sassofono e ogni volta è un avvenimento. Anche in questo caso – dicono a Marsiglia – sia uno dei più bravi sassofonisti della scena contemporanea.
John racconta il suo quartiere, si chiama La Plaine. La piana, sorride. Perché la piana è in cima a un colle; il toponimo è frutto di un malinteso, dice John, ma sorride, “come molte cose a Marsiglia”. Il quartiere è un brioso capolavoro della vita che non teme la replica dei giorni, ogni giorno è un pastis da sorseggiare. John traduce con il suo sassofono, in assoli pieni di evocazioni persino letterarie, la città noir e insieme le tinte carta da zucchero gettate sul mare verso la costa raccontata da Izzo, Izzo della Trilogy, di Casino totale.
La vita in verticale si allarga a La Plaine, ancor meglio, la vita in piedi veramente. A volte sembra una accecante coda di ventaglio. Aperò urbani, sulla strada. Musica da organizzare al momento, una New Orleans europea, o la riproduzione delle strade di Treme, un po’ retrò e un po’ africane. E questo succede a Marsiglia. Dice John Massa: “La Piana è al centro di tutto e di tutto ciò che accade a Marsiglia. Lei – La Piana – sa tutto, sente tutto, non sussurra mai, parla poco, spesso urla”.
Per arrivare alla musica del miglior sassofonista di Marsiglia attraversiamo il mondo, così ci sembra: un viaggio che facciamo usando le sue parole e la medesima vibrazione di Izzo. Prima di arrivare alla musica di John, percorriamo La Plaine con le sue parole: “A nord, lungo la rue di Thiers, incontriamo la vecchia Cannebière, a ovest, lasciando il conservatorio di musica sulla destra, apriamo lo sciame del quartiere di Noailles, la piccola Africa. Dall’altra parte, verso sud, si trova il distretto della Prefettura, diviso in due dalla bella e lunga rue Paradis. Infine ad est è il distretto di Camas e Sebastopol, molto popolare tra i bobos. La Piana è il quartiere degli studenti degli artisti assetato di piaghe e ubriaconi, senza una virgola tra ogni parola, perché a volte sono le stesse persone”.
Quando parliamo di viaggio, con John Massa, indichiamo una precisa poetica, i suoi lavori discografici traducono esattamente la necessità del viaggio, esperienza intima, spirituale, malgrado il disordine gioioso del quartiere, il club, le notti. John ha genitori originari di Cuneo, lui è un professore di matematica in un prestigioso liceo di Marsiglia. Questa ambivalenza è persino il segreto della sua ispirazione. Pulsioni che coordinate congiungono, non disperdono, il talento di John perfezionato in Conservatorio. Il suo sguardo è greve, bellissimo e greve. E tuttavia esprime la partecipazione felice – del tutto simile a quella motivata da Izzo – nel guardarsi intorno, mentre sul quartiere scende la sera, ma in fondo il giorno a Marsiglia non finisce mai.