La Rai non manderà in onda Tutto il mondo è paese, la fiction che racconta la storia di Riace: una terra che ha aperto le porte all’accoglienza dei migranti grazie all’ex sindaco del paese calabrese Mimmo Lucano. Lo ha annunciato oggi l’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, in occasione della presentazione dei palinsesti per l’autunno 2019 a Milano. Non è la prima volta che la serie, già interamente girata, subisce uno stop. Lo scorso anno era stata fermata in seguito alle vicende giudiziarie che avevano coinvolto lo stesso Lucano che oggi commenta la scelta come una “censura da parte della Lega“.
La messa in onda della fiction sulle vicende di Riace, con Beppe Fiorello nei panni dell’ex sindaco Mimmo Lucano, è prodotta da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction. Era stata sospesa dalla Rai a settembre scorso, subito dopo le prime vicende giudiziarie che avevano coinvolto il sindaco Lucano. L’annuncio della nuova sospensione è stato dato dall’ad Rai Salini che, a una domanda sulla serie Tutto il mondo è paese, ha risposto: “Non è prevista collocazione nel palinsesto“.
La decisione di eliminare ancora una volta la fiction sulle vicende di Riace ha provocato diverse proteste. In primis quelle dell’ex primo cittadino che domani sarà al Tribunale di Locri per la sua prima udienza e che attualmente è sottoposto al divieto di recarsi a Riace. Mimmo Lucano, che continua a dirsi orgoglioso del modello di accoglienza creato dalla sua amministrazione del comune calabrese, ha commentato così la scelta della rete: “Non mi sorprende per niente e non è certo una novità. Da parte della Lega c’è una chiara censura per sopprimere i messaggi positivi e di speranza che sarebbero stati visti da 8 milioni di spettatori, con l’intenzione di trasmettere un’idea disumana della società. Il nostro modello fa paura a chi vuole seminare odio”.
Più indulgente è stato invece Beppe Fiorello, che lo scorso anno aveva espresso il suo disappunto con un tweet: “Non è la prima volta che una mia #fiction viene bloccata, anni fa le #foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di #graziellacampagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora #Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire”. L’attore quest’anno, invece, definisce quella della rete una “scelta etica” e aggiunge speranzoso: “Secondo me c’è una speranza per il futuro prossimo: se la Rai ha prodotto questo film, vuol dire che ci ha creduto. Non so dirvi quando, ma sono convinto che vedremo la storia di Riace“.