Il tycoon ed ex ministro era accusato di truffa e appropriazione indebita per i 404 milioni ottenuti dallo Stato francese a titolo di risarcimento per l'acquisizione del marchio Adidas dalla banca pubblica Credit Lyonnais a un prezzo ritenuto troppo basso. Il tribunale di Parigi però ha respinto la richiesta di una condanna a 5 anni
Un’assoluzione a sorpresa che spiana la strada di Christine Lagarde verso il vertice della Bce. La giustizia francese ha fatto cadere le accuse nei confronti dell’uomo d’affari Bernard Tapie, ministro ai tempi di Francois Mitterrand, finito alla sbarra per truffa nel controverso arbitrato sulla vendita di Adidas che gli attribuì 403 milioni di euro nel 2018 per chiudere la sua disputa contro la banca Credit Lyonnais prima di essere annullato per “frode”. Nel 2016 la Lagarde, che all’epoca dei fatti era ministro dell’Economia, fu condannata per negligenza, ritenuta colpevole di non aver esercitato ricorsi contro l’arbitrato. Assolto anche Stephane Richard, attuale presidente di Orange Telecom, in quanto ex capo di gabinetto della Lagarde.
“Il mio cancro si è preso oggi un bel cazzotto in faccia!”, è stata la reazione dell’ex ministro, uomo d’affari e presidente del Marsiglia, che è ricoverato in ospedale ed era assente in tribunale alla lettura della sentenza che l’ha assolto dopo anni dalle accuse di una truffa miliardaria. “Questa di oggi – ha commentato – è la prova che bisogna battersi fino alla fine. In un Paese che non si vuole arrendere ad essere la Corea del Nord, si finisce sempre per incrociare qualche magistrato che pensa a fare giustizia invece di fare carriera”.
Tapie, politico e industriale spregiudicato e brillante, era accusato di truffa e appropriazione indebita in un procedimento che andava avanti da oltre 10 anni in seguito al controverso arbitrato ed era arrivata fino ai vertici dello Stato. Tapie si era visto assegnare nel 2008 dall’arbitrato con lo Stato francese in merito alla vendita di Adidas la somma di 404 milioni di euro, 45 dei quali a titolo di danno morale. Il tycoon reclamava alla banca pubblica Credit Lyonnais di averlo ingannato acquistando da lui, in difficoltà, il marchio sportivo per 315,5 milioni di euro nel 1993, rivendendolo l’anno dopo per 701 milioni. La giustizia ritenne pilotato l’arbitrato nel 2015 e lo annullò condannando Tapie a rimborsare i 404 milioni. Parallelamente, l’inchiesta penale sulla vicenda vedeva Tapie accusato di truffa ai danni dello Stato per aver attivato i suoi “amici”, soprattutto quelli vicini all’allora presidente Nicolas Sarkozy, affinché si propendesse per l’arbitrato piuttosto che per la giustizia ordinaria. Presenti nel dossier anche accuse di parzialità di uno dei giudici arbitri. Il tribunale di Parigi però non ha ravvisato tracce di “frode” né di appropriazione di fondi pubblici ed ha respinto la richiesta di una condanna a 5 anni.