Un vertice di governo di poco meno di un’ora per parlare della gestione dei migranti. Dopo le settimane di tensioni prima per i casi Sea-Watch e Mediterranea e poi per i continui sbarchi fantasma, il premier Giuseppe Conte ha visto la ministra della Difesa Elisabetta Trenta e il vicepremier Matteo Salvini. Secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, il presidente del Consiglio ha chiesto ai due di “coordinarsi di più per evitare disguidi”. Proprio i due esponenti dell’esecutivo infatti, si sono più volte scontrati a distanza nei momenti più delicati degli arrivi e molte volte si era ipotizzato che il Carroccio chiedesse la testa della Trenta in un eventuale rimpasto che però, almeno per il momento, non ha riguardato quella poltrona. Il premier, al termine dell’incontro, ha riferito di un “clima proficuo”: “Abbiamo rivisto i dati sui flussi e gli elementi di contrasto al traffico illegale”.
In una nota di Palazzo Chigi diffusa al termine dell’incontro, si è parlato anche del sostegno alle motovedette libiche: “Nel corso della riunione di questa sera è stato concordato che il governo italiano contribuirà a offrire ulteriore sostegno alla Guardia Costiera libica in termini di risorse materiali e di training”. E pure l’intenzione di lavorare maggiormente con la Tunisia: “Alla luce del continuo flusso di piccole imbarcazioni che arrivano nel nostro Paese dalla Tunisia, e dopo le interlocuzioni dei ministri Salvini e Moavero con i rispettivi omologhi tunisini, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avvierà un’interlocuzione con il premier tunisino Youssef Chahed per concordare un’azione di intensificazione delle attività di sorveglianza delle coste tunisine e per cercare di rafforzare gli accordi di rimpatrio già esistenti”. Nel vertice, prosegue la nota, “è stato convenuto, altresì, di insistere nelle varie sedi europee per ottenere un efficace meccanismo europeo di redistribuzione dei migranti che sbarcano in Italia. Istanza, questa, che verrà rappresentata sia dal ministro Salvini alla prossima riunione dei ministri degli Interni europei a Helsinki, sia dal ministro Moavero nella prossima riunione dei ministri degli Esteri Ue, e dallo stesso Presidente Conte al prossimo Consiglio europeo utile”. Nel corso della riunione sui migranti a Palazzo Chigi “è stato anche fatto il punto sugli emendamenti già presentati al decreto Sicurezza bis, che rafforzeranno ancora di più gli strumenti a disposizione per combattere i traffici illegali”.
All’uscita da Palazzo Chigi, Salvini ha detto anche di aver chiesto un maggiore coinvolgimento della Marina: “Abbiamo messo sul tavolo altre iniziative come i controlli della Marina militare preventivi sulle navi di presunto soccorso per verificare se abbiano tutti i requisiti”. Rispondendo poi alle domande dei cronisti, ha negato che ci sia in corso una guerra alle ong: “Non facciamo guerra a nessuno: vogliamo semplicemente garantire accoglienza a chi scappa davvero dalla guerra e arriva in aereo con i corridoi umanitari e stroncare il traffico di esseri umani che è legato al traffico di droga. Se tutti hanno la coscienza pulita immagino che tutti si sottopongano ai controlli della Finanza e della Marina”.
La Trenta ha invece negato che sia stato chiesto un pattugliamento dei porti alle navi della Marina: “Questa cosa l’ho letta sui giornali, il ministro Salvini non me l’ha chiesta, a volte vengono fraintese le parole”, ha detto. “Lavoriamo tutti insieme per il bene del Paese. È stata una riunione collaborativa e molto interessante”, ha aggiunto. E poi: “Nonostante l’agitazione del momento, stiamo lavorando tutti insieme per la sicurezza del Paese. Le navi prendono ordine dal ministro di riferimento, ogni ministro ha una sua area di competenza, nelle aree di concorso in cui si partecipa insieme alla competenza di un altro ministero, ci si coordina. Ma l’ordine viene sempre dal ministro di riferimento, poi l’attività viene svolta insieme”. Quindi ha concluso: “Il problema delle migrazioni è un problema, va gestito insieme e il Paese dovrebbe andare tutto nella stessa direzione, senza farne un tema politico”.