E’ stata nuovamente oltraggiata la panchina in memoria delle donne deportate a Ravensbruck. La panchina si trova vicino alla casa della memoria nel quartiere Isola di Milano. A dare la notizia Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale. La panchina era stata ridipinta sabato 6 luglio su iniziativa dell’associazione Elica Rossa, dopo essere stata danneggiata il 3 luglio. Il ripetersi dell’atto fa pensare che si tratti di un chiaro messaggio e non di una “goliardata”. “Si tratta di un oltraggio alla memoria -afferma Cenati a ilfattoquotidiano.it – Per questo lo consideriamo grave e riteniamo che si tratti di un atto provocatorio. E’ stato colpito un simbolo”.
Ravensbruck è stato il più grande campo di concentramento femminile, situato a 90 km da Berlino durante il periodo nazista. Lì furono deportate oppositrici politiche al nazifascismo, ebree ,rom, sinti, testimoni di Geova. Tante anche le italiane, circa mille, tra cui Maria Arata Massariello, docente del Liceo Carducci, antifascista. Quando una nuova prigioniera arrivava al campo era costretta ad indossare un Winkel, un triangolo di stoffa rosso che spiega la scelta di colorare la panchina proprio di rosso.
Nel campo hanno perso la vita circa 95000 donne su 125000. Cancellato anche il numero antiviolenza nazionale 1522. “E’ stato un atto che ha offeso la dignità delle donne”, continua Cenati in riferimento a quanto è avvenuto. Si è verificata una vera e propria “escalation di provocazioni” da aprile ad oggi, basti ricordare le 5 corone in memoria dei partigiani incendiate che hanno sfregiato le lapidi in poco più di un mese o il monumento dedicato alla staffetta partigiana Giulia Lombardi uccisa a 22 anni dai fascisti a cui è stato dato fuoco nella notte tra il 21 e il 22 aprile. Ai ripetuti attacchi Cenati risponde che non è più tollerabile il ripetersi a Milano di continue provocazioni che offendono profondamente i sentimenti democratici e antifascisti di questa città. “Si vuole colpire la Memoria”, conclude, “che costituisce l’antidoto più efficace contro la deriva razzista, xenofoba e il clima di intolleranza che sta attraversando il nostro Paese. Chiediamo alle pubbliche autorità di individuare i responsabili di questo ignobile gesto”.