Dopo tante dichiarazioni, ora c’è anche la proposta preliminare. Insomma, Inter e Milan fanno sul serio. E’ stato presentato ufficialmente al Comune di Milano un progetto di fattibilità da 750 pagine per la realizzazione di un nuovo stadio da 60.000 spettatori nel quartiere di San Siro, a pochi metri di distanza da dove sorge l’attuale area intitolato a Giuseppe Meazza. La “Scala del Calcio“, in piedi dal 1926, verrebbe quindi demolita appena la nuova struttura sarà pienamente operativo. Ora la palla passa all’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sala, che dovrà valutare l’approvazione di una delibera che dichiari il pubblico interesse dell’opera e sottoporla poi al Consiglio comunale. Solo a quel punto, i due club milanesi potranno procedere alla redazione del progetto definitivo. “Il documento pervenuto è estremamente corposo – hanno risposto fonti di Palazzo Marino – Meriterà quindi un’attenta analisi da parte dei tecnici del Comune e solo a valle di ciò si potranno esprimere le prime valutazioni“.

LA SUPERFICIE EXTRA SPORTIVA – L’iter avviato da Inter e Milan ricalca la vigente “legge sugli stadi“, ovvero la 147/2013 aggiornata con il decreto legge 50/2017. Sostanzialmente i club chiedono la pubblicazione di un bando per ottenere in Ati la concessione di un diritto di superficie dell’area per 90 anni – partendo avvantaggiati in quanto proponenti – e in cambio ottengono la possibilità di costruire non solo il campo da calcio – con annesse aree di servizio, punti vendita/ristoro, aree giocatori, accoglienza, aree stampa, locali tecnici, parcheggi e altro – per circa 127.000 metri quadri, ma anche un complesso commerciale di circa 65.000 metri quadrati lungo le vie Dessiè e dei Piccolomini, una zona intrattenimento da 13.000 mq. Altri tre edifici, di differenti altezze, sorgeranno a nord e avranno funzione terziaria/uffici per un totale di circa 55.700 mq e ricettivo-alberghiera-congressuale per circa 20.100 mq, il tutto collegato fra loro da un altro elemento con funzione commerciale, pari a 11.991 mq. In totale, la parte extra sportive è estesa circa 165.000 metri cubi (il 130% dello stadio vero e proprio). L’investimento totale del club è quantificato intorno agli 1,2 miliardi di euro.

LA VIABILITÀ NEL QUADRANTE – Ovviamente, la viabilità nel quadrante milanese è già piuttosto efficiente, specialmente dopo l’apertura della Linea 5 del metrò meneghino, che ha portato un’impennata nelle presenze allo stadio per entrambe le società nelle ultime stagioni (nonostante gli scarsi risultati sportivi). L’intento dei due club è di chiudere al traffico veicolare via Tesio e il sottopasso Patroclo – da demolire – e la realizzazione di un tram o una metro leggera. “Sarà indetta – scrivono i club – una selezione che coinvolgerà i migliori architetti internazionali specializzati in infrastrutture sportive”. Parallelamente all’iter autorizzativo “i club avvieranno un dialogo aperto e trasparente con il territorio, in particolare nel quartiere San Siro, per trovare soluzioni che tengano in adeguata considerazione le esigenze della città“. Le fasi di realizzazione prevedono una serie di movimentazioni necessarie per l’allontanamento dal sito dei materiali da scavo e dei materiali derivanti dalle demolizioni nonché per l’approvvigionamento di materiali e merci per la realizzazione delle opere.

RISTRUTTURARE IL MEAZZA? “ESITI INCERTI” Il motivo per cui i due club hanno deciso di non chiedere la ristrutturazione del “Meazza” – uno degli ultimi grandi esempi di “stadio all’inglese” rimasto in Europa, insieme al Ferraris di Genova – è che, secondo Inter e Milan, l’impianto attuale presenterebbe “una serie di deficit di diversa natura la cui risoluzione avrebbe richiesto un massiccio intervento di riqualificazione dai dubbi esiti“. Una scelta, spiegano i due club “fondata su un’attenta e profonda analisi, condotta nel corso degli ultimi mesi, delle diverse opzioni esistenti (inclusa la ristrutturazione dello stadio Meazza)” e basata “sia sui migliori benchmark di progetti internazionali di stadi e distretti di intrattenimento (pressoché tutti realizzati ex novo), sia su quelle che sono le peculiarità del territorio e dell’esperienza sportiva nazionale e milanese”. Nell’ipotesi di ristrutturazione dell’attuale impianto, secondo i rossonerazzurri “si verificherebbero inoltre significativi problemi di convivenza tra un cantiere di tali dimensioni, e l’attività sportiva dei due club, con allungamento notevole dei tempi di cantiere”.

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