I pm hanno aperto il fascicolo in relazione alle decine di denunce di privati cittadini - con foto allegate - e di diverse associazioni che hanno lamentato disagi per la mancata raccolta. Negli esposti si accusano l'Ama e l'amministrazione capitolina, ma starà ai magistrati determinare le effettive responsabilità
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla crisi dei rifiuti nella Capitale. Il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia ipotizza, infatti, la violazione dell’articolo 256 sull’attività di gestione non autorizzata dei rifiuti. I pm hanno aperto il fascicolo in relazione alle decine di denunce di privati cittadini – con foto allegate – e di diverse associazioni che hanno lamentato disagi per la mancata raccolta. Negli esposti si parla di responsabilità dell’Ama e dell’amministrazione capitolina, ma ovviamente starà ai magistrati determinare le effettive cause che hanno portato all’emergenza.
Proprio in questi giorni, il Comune di Roma sta dando attuazione all’ordinanza della Regione Lazio che prevede di ripristinare il decoro in città entro 7 giorni – poi diventati “massimo 15” su concessione del ministro Sergio Costa – Per farlo si stanno cercando anche costosi accordi con siti di smaltimento esteri, in primis in Svezia, dove consegnare il cosiddetto “tal quale“, immondizia raccolta e non trattata. “Da lunedì e martedì tutti gli impianti hanno aperto, Ama sta lavorando al massimo, quindi nel più breve tempo possibile la città sarà pulita”, ha ribadito in mattinata Virginia Raggi. Ottimista anche Nicola Zingaretti: “A me sembra che l’ordinanza regionale, che ho sottoscritto, funziona. Grazie alla collaborazione di tutti, del Comune, di Ama, del management, dei lavoratori che stanno operando a pieno ritmo, delle aziende che stanno raccogliendo i rifiuti ospitando il materiale prodotto”.