“La querela di Carola Rackete contro Salvini? Confermo che c’è e che sarà depositata tra oggi e domani. Si tratta di una querela per diffamazione e istigazione a delinquere. Anche la Sea Watch, come organizzazione,, sta valutando una denuncia-querela. Non è stata ancora predisposta ma non escludo che potremo presentarla”. Sono le parole dell’avvocato Salvatore Tesoriero, legale della Sea Watch, intervistato nella trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.
“La denuncia di Carola Rackete – spiega – è una reazione che è stata messa in campo perché il discorso d’odio del leader di un grande partito politico innesca un volando di pericoli per l’incolumità, oltre che per il decoro e l’onore, di questa giovane donna. E si tratta di un pericolo enorme. Quando il leader di un grande partito e di un grande Paese mette in campo una campagna d’odio pesantissima nei confronti di una persona è pericolosissimo. Non parliamo solo di una frase che gli è sfuggita o di una dichiarazione, ma, come abbiamo documentato, si tratta di una serie di interventi pesanti del ministro che continuano ogni giorno. Io penso che il discorso portato avanti da Salvini sia intriso di odio”.
Tesoriero poi ironizza sull’onnipresente citazione dei sovranisti in merito alle ong: “Soros finanzia la Sea Watch? Onestamente non mi risulta, ma, se così fosse, non ci troverei nulla di male. Non credo che sia questo il tema, che appartiene solo alla propaganda“.
E si sofferma poi sul decreto sicurezza bis e sul previsto inasprimento delle pene nei confronti delle ong: “Ho letto gli emendamenti depositati e uno in particolare della Lega prevede un inasprimento draconiano delle pene amministrative: una multa fino a un milione di euro per le ong. Mi sembra che il rigore metodologico con cui è individuata questa somma sia quello delle vecchie trasmissioni della Zanicchi: ‘Cento, cento, cento!’. Le sanzioni amministrative, non diversamente dalle altre sanzioni, devono rispondere a un fondamentale principio di proporzionalità. Cioè ci vuole proporzione tra la gravità del fatto e la sanzione – continua – Qui avremmo sanzioni assolutamente sproporzionate, considerando anche la confisca della nave e il carcere per il comandante. Siamo di fronte a una normativa che è ancora in discussione, stiamo parlando di emendamenti che poi devono passare sotto il vaglio del Parlamento. E mi sembra che l’accordo politico su questi temi debba essere ancora raggiunto”.
L’avvocato chiosa: “Ovviamente c’è preoccupazione, ma non tanto per la singola sanzione amministrativa, quanto per le politiche di questo governo e ogni cittadino dovrebbe essere preoccupato per questa politica così aggressiva e livorosa sulla chiusura dei porti. Bisogna capire se questa politica è in linea con i trattati internazionali e soprattutto se è una politica umana che ci rappresenta davvero”.