L'esposto dei legali della capitana della Sea Watch verrà presentato il 12 luglio in Procura: "Salvini si fa forte di quella qualità di ministro dell'Interno per potenziare in modo dirompente il messaggio d’odio". Lui: "Quindi posso usare solo Instagram?"
Chiudere i profili Twitter e Facebook di Matteo Salvini perché “istigano a delinquere“. Lo chiedono i legali di Carola Rackete nell’esposto che presenteranno il 12 luglio contro il ministro dell’Interno. Gli avvocati della capitana della Sea Watch 3, la nave della ong tedesca che ha salvato 42 migranti in acque libiche e li ha portati a Lampedusa forzando il blocco italiano, affermano che “le esternazioni che qui si denunciano non vengono fatte all’interno delle funzioni svolte da Matteo Salvini nella sua qualità di ministro, ma costui si fa forte di quella qualità per potenziare in modo dirompente il messaggio d’odio“. La replica del vicepremier è arrivata poco dopo: “La comunista tedesca“, ha scritto su Twitter, “quella che ha speronato la motovedetta della Guardia di Finanza, ha chiesto alla Procura di chiudere le mie pagine Facebook e Twitter. Non c’è limite al ridicolo. Quindi posso usare solo Instagram?”.
“Fuorilegge“, “delinquente”, autrice di un atto “criminale”, “sbruffoncella”, responsabile di un tentato omicidio in quanto avrebbe “provato a ammazzare cinque militari italiani”, “complice dei trafficanti di esseri umani”: così il vicepremier del Carroccio ha definito Carola Rackete nelle scorse settimane. E proprio da queste affermazioni del ministro dell’Interno partono gli avvocati Leo Marino e Alessandro Gamberini che, nella denuncia, ipotizzano i reati di istigazione a delinquere e diffamazione. “Da settimane Matteo Salvini conduce una campagna diffamatoria nei confronti della ong per cui lavoro, Sea Watch Onlus, avendo affermato in molteplici occasioni pubbliche che si tratterebbe di “un’organizzazione illegale e fuorilegge”, che fa “sbarco di immigrati illegali da una nave illegale”, “nave pirata”, “nave fuori legge” e che i suoi appartenenti sarebbero “complici di scafisti e trafficanti“, “delinquenti, di questi sequestratori di esseri umani”, si legge nel testo della querela, a firma di Rackete.
Nella denuncia la capitana della nave chiede il sequestro preventivo dei profili social attraverso cui “risultano pubblicati e diffusi i contenuti diffamatori e istigatori con specifico riferimento alle pagine Facebook e Twitter dell’account ufficiale di Matteo Salvini”. Nella querela vengono allegati i contenuti di post di Salvini oltre ai commenti degli utenti, anche riferiti al gip di Agrigento, Alessandra Vella, che dispose la mancata convalida dell’arresto di Carola Rackete nella vicenda Sea Watch.